#340 - 18 novembre 2023
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Fotografia

Tra peccato veniale, peccato mortale, peccato planetario co l'AI

Il plagio

di Guido Alberto Rossi

Plagiare una foto, un concetto o un quadro è una specialità delle Kaprezucca (nome plagiato da una fantastica trattoria di Coviolo, RE) dove ho mangiato circa sei mesi fa.
Il nome rende perfettamente l’idea, Sgarbi credo li chiami Capre, ma secondo me Kaprazucca con la kappa è un termine più completo e penso che l’Accademia della Crusca dovrebbe indagare su questa parola della nostra lingua.

Il plagio

Penso che questa parola calzi a pennello per personaggi che in mancanza d’idee proprie copiano il lavoro altrui con la stessa disinvoltura con cui Leclerc con la Ferrai fa le curve ma, fin che le copiano per uso personale è un peccato veniale, diventa un peccato mortale quando la Kaprazucca, travestita da art director, prende una bella foto che è un messaggio di per sé, la re-schizza facendola passare per una sua grande idea e cerca un fotografo che gli realizzi il tutto.

Un caso tragicamente serio mi è capitato qualche anno fa quando mi telefona un art director e mi dice che mi deve fare vedere un progetto di campagna stampa e vorrebbe che pensassi io a fare o far fare la foto. Detto fatto, puntuale all’appuntamento dopo il caffè di rito e le considerazioni meteo, mi mostra un layout con la famosa foto in bianco e nero del grande fotografo albanese Gjon Mili che ritrae Pablo Picasso che disegna nell’aria con una sigaretta, faceva parte delle foto che Mili nel 1949, che era un gran maestro in fatto d’illuminazione, aveva realizzato utilizzando un posa lunga in modo da immortalare le scie luminose della brace della sigaretta con cui Picasso disegnava un immaginario disegno nell’aria del suo studio.
Il cliente era una grande compagnia fornitrice di elettricità, era effettivamente una buona idea, peccato che era un’idea altrui e che io mi sono rifiutato di rifarla.

Allora avevo classificato il furbacchione tra gli asini in libera circolazione, oggi lo promuovo a Kaprazucca. Intendiamoci non sono un talebano dalle idee ristrette, scopiazzare può anche essere lecito se si scopiazza un dieci per cento dell’idea originale, esempio: una foto molto bella e di grande effetto con piccioni scattata a Milano in piazza Duomo e rifarla con lo stesso concetto in Place de la Concorde a Parigi (non so se ci sono i piccioni).
In altri casi in una foto di travel, per forza di cose devi copiare qualcosa di già fatto e visto, perché i punti di ripresa sono limitati; prendete Times Square a New York, potete scattare solo dal marciapiede altrimenti venite sicuramente investiti da un taxi giallo.

Oggi si sono aggiunte anche le foto realizzate con AI (artificial intelligence – traducete invertendo le parole) che già in partenza sono realizzate con tante foto reali e quindi plagiate e mettendole bene insieme grazie al malefico algoritmo creano così un plagio planetario, che però penso si possa plagiare liberamente, in quanto non credo ci siano leggi del copyright o anche leggi morali che condannino il plagio del plagio.

Ma un plagio clamoroso o, meglio, un gran pasticcio con relativa figuraccia l’ha combinata il creativo di Palazzo Chigi con l’immagine scelta per commemorare i cento anni del Milite Ignoto della guerra del 15-18. Il Kaprazucca special ha usato per l’occasione una immagine dei soldati Portoricani nella guerra di Corea. Ovviamente la cosa non è passata inosservata ed è scoppiato un rebelotto a cui Palazzo Chigi oltre alle scuse ha promesso che prenderà seri provvedimenti, speriamo che siano veramente seri e atroci in modo da dare un esempio ai presenti e futuri cialtroni.

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