#248 - 4 ottobre 2019
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Racconto

Il caimano

di Ruggero Scarponi

Da qualche mese, in uno stagno della periferia cittadina, viveva un bell’esemplare di caimano adulto.
Come vi fosse giunto e come vi avesse preso dimora nessuno sapeva darne spiegazione ma sta di fatto che il grosso rettile vi si era adattato magnificamente.
Gli abitanti umani anche, ed anzi lo consideravano una particolarità del luogo una sorta di attrazione turistica e facevano di tutto affinché l’animale trovasse confortevole l’inconsueto rifugio.
In effetti da quelle parti non vivevano animali esotici e a parte, cani, gatti e qualche piccolo roditore c’era ben poco che potesse ricordare al caimano gli habitat da cui probabilmente proveniva.
Forse era fuggito da un circo di passaggio o forse…mah! nessuno sapeva rispondere alla domanda.
I vigili urbani, su suggerimento del sindaco, avevano deciso di chiudere un occhio, visto come gli abitanti ci tenevano all’animale e dimenticarono, si fa per dire, di avvisare le autorità zoofile affinché trovassero una collocazione più confacente al selvatico esemplare.
Il caimano da parte sua era d’indole tranquilla e bonaria e oramai dopo più di tre mesi che dimorava nello stagno si era abituato alla presenza dell’uomo di cui non disdegnava la compagnia.
Si dice, anzi, che qualche cacciatore coraggioso si fosse avventurato sulle rive dello stagno fino a toccare l’animale e ad accarezzarlo, addirittura, sull’enorme testa, e sulla gola, senza esserne attaccato.

Tuttavia la presenza di un esemplare adulto di caimano ai margini della periferia cittadina non poteva passare inosservata.
Dapprima fu un cronista di una tv locale a riprenderlo mentre si aggirava indisturbato nello stagno e successivamente i giornalisti di tutte le principali testate giornalistiche e televisive nazionali.
Il clamore per la presenza di un animale potenzialmente pericoloso per gli esseri umani si diffuse rapidamente e raggiunse le stanze del governo dove qualche funzionario o sottosegretario si attaccò al telefono per chiedere al sindaco come fosse possibile una cosa del genere.
Ma è inoffensivo, si giustificò l’uomo.
Già, già, rispose il funzionario, finché qualcuno non si fa male.
E allora cosa dovremmo fare?
Lei non faccia nulla, intimò il funzionario, domattina invieremo la speciale squadra zoofila che s’incaricherà di catturare l’animale per trasferirlo nel recinto dei caimani del Bio-parco della Capitale.
Al mattino seguente la squadra zoofila non trovò il caimano che con ogni probabilità era scappato durante la notte.
Nessuno degli abitanti seppe dare una spiegazione alle domande dei giornalisti e per mesi squadre di specialisti batterono senza successo le campagne alla ricerca del grosso rettile.
Finché si persero le speranze e si dette per scontato che l’animale fosse morto in qualche remoto anfratto dove era andato a rifugiarsi. Prima o poi se ne sarebbe ritrovata la carcassa.

Anche noi ci siamo occupati della faccenda e siamo stati sul luogo per indagare personalmente senza riuscire a cavare un ragno dal buco, come si dice.
Resta soltanto curioso il fatto che la più parte delle villette della periferia si sia dotata di grandi piscine. All’improvviso il nuoto deve essere diventata una moda da quelle parti. Curioso, no?

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