#221 - 23 giugno 2018
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Cultura e Società

Da un rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

Un mondo malato

Nota di Raffaele Masto – Buongiorno Africa

Per il quinto anno consecutivo i rifugiati nel mondo aumentano.
Per il quinto anno consecutivo il numero dei profughi è un record.
Per il quinto anno consecutivo la stragrande maggioranza dei rifugiati è africano.

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Il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha conteggiato nel 2017 ben 68,5 milioni di profughi.
Mai così tanti. A rendere preoccupante la situazione poi è l’incremento: il 2016 sul 2015 registrava un aumento di 300mila unità. L’incremento del 2017 sul 2016 è di oltre tre milioni di persone. Un dato che fa paura.
Il numero di rifugiati a livello globale è una sorta di segnale di malattia, come la febbre per un corpo umano. Se il mondo produce rifugiati è un mondo che non sta bene, che produce sofferenza contraddicendo la mitologia del progresso umano che dovrebbe invece allargare ed estendere il benessere. Insomma il nostro pianeta – e l’organizzazione sociale, politica ed economica che governa gli oltre sette miliardi di persone che lo abitano – è malato.

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Tutti quelli che ritengono che le migrazioni sono un male che affligge l’umanità si mettano il cuore in pace: sul nostro pianeta c’è un serbatoio di potenziali migranti che rende il fenomeno delle migrazioni inevitabilmente in crescita.
E, secondo i dati dell’UNHCR, l’Africa rappresenta il più grande serbatoio di migranti.
Dunque il Mediterraneo sarà sempre più attraversato da africani che cercano rifugio, protezione, o semplicemente una vita con qualche chances in più in Europa.

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Quali sono i principali serbatoi africani? Se si va a vedere si scopre che sono serbatoi che in molti casi noi stessi (per interessi, per ragioni economiche o politiche) abbiamo contribuito a riempire: la regione intorno al Lago Ciad, il Sud Sudan attraversato dalla guerra civile, la Repubblica Democratica del Congo con le sue immense ricchezze minerarie.

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