#140 - 16 novembre 2015
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Cultura e Società

Ciclo dalle pagine del diario "Conoscenda" dell'Editrice Conoscenza,
interamente dedicato al 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri

Testi - vignetta di Staino - illustrazione di grandi artisti

Dante e la pace

Nella Commedia il termine pace è usato ben 36 volte, in situazioni diverse, in senso positivo, quindi di buon augurio (per la tua pace, dice Francesca), in senso negativo quando di essa ci si priva (senza pace).
Un intero capitolo del De Monarchia, il IV del libro I, è dedicato ai valori della pace, condizione essenziale per l’uomo per poter operare per lo sviluppo e il progresso. La guerra, al contrario, è solo distruzione e arretramento culturale e intellettuale. Ma ecco le parole di Dante:

Dante e la paceDante e la pace

*L'operazione specifica del genere umano preso nella sua totalità è quella di attuare sempre tutta la potenza dell'intelletto possibile, prima mediante l'attività speculativa e poi, in forza e per estensione di questa, mediante l'attività pratica. Siccome nell'uomo singolo avviene che, vivendo in condizioni di calma e di tranquillità, si perfezioni in saggezza e in sapienza, è chiaro che – secondo il detto che ciò che vale per la parte vale per il tutto – anche il genere umano, vivendo nella quiete, cioè nella tranquillità della pace, può compiere, nel modo più libero e facile, la sua attività specifica che è quasi divina, secondo il detto: «Lo facesti di poco inferiore agli angeli». Di qui appare evidente che la pace universale è il massimo dei beni che sono ordinati alla nostra felicità [...] Di conseguenza si è potuto individuare nella pace universale il mezzo più immediato per giungere a quella felicità cui sono ordinate, come a fine ultimo, tutte le nostre attività; dobbiamo quindi assumere questa pace come principio che sorregge tutti i ragionamenti successivi, principio che era necessario stabilire, come si è detto, quale punto di riferimento prefissato cui ricondurre, come a verità assiomatica, tutte le altre verità che emergeranno dalle nostre dimostrazioni.*

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