Una suora all'inferno
di Amanzio Possenti
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Nella cornice di Palazzo Allegri-Ferruzzi nel quartiere di Veronetta a Verona si è tenuta recentemente la presentazione del libro “Una suora all’inferno. Lettere dal carcere a suor Gervasia Asioli” di Emanuele Roncalli e Gabriele Moroni.
Una scelta non casuale, anzi dovuta, quella di proporre in anteprima il libro nella sede dell’Istituto delle suore Orsoline, in quanto suor Gervasia apparteneva a questo Ordine.
Presenti entrambi gli autori, a fare gli onori di casa sono intervenute la madre superiora suor Claudia Cavallaro e l’economa suor Maria Giovanna Caprini.

Il volume raccoglie decine di lettere straordinarie e inedite, scritte da ergastolani, pluriomicidi, ex terroristi, grandi falsari e altri detenuti eccellenti, inviate a suor Gervssia. Spiccano i nomi di Francesca Mambro, Valerio «Giusva» Fioravanti, Gilberto Cavallini, Domenico Papalia, Vincenzo Andraous, Dario Mariani, Giuseppe Mastini «Johnny lo Zingaro», Alfredo Visconti «Fantomas».
Per ognuno di loro suor Gervasia ha rappresentato un faro, un punto di riferimento nell’arcipelago della disperazione che è il carcere. Il libro da un lato ci consegna un ritratto di questa figura storica del mondo del carcere, che ha speso la sua vita negli istituti penitenziari. Una donna controcorrente, senza pregiudizi, spesso scomoda, che ha fatto del precetto «visitare i carcerati» la sua missione.
Dall’altro, queste missive sono una rilettura degli anni di piombo, dei periodi più bui della storia della Prima Repubblica, macchiata da attentati, sequestri di persona, omicidi: la strage di Bologna, il delitto Piersanti Mattarella, gli agguati ai boss mafiosi, le rivolte nelle carceri, i più grandi bluff milionari, le più clamorose e rocambolesche evasioni.
A Emanuele Roncalli è spettato il compito di ripercorre la genesi del libro (le lettere erano state donate dalle Orsoline alla rivista Amici di Papa Giovanni cui collaborava suor Gervasia) e di illustrare i contenuti delle missive, spesso dense di riflessioni anche attorno a temi religiosi. Gabriele Moroni, da parte sua, ha rimarcato il fatto che il libro ha anche il pregio di riportare alla ribalta i problemi delle carceri italiane, dal sovraffollamento ai suicidi.
Il libro potrebbe rappresentare il primo di una serie, in quanto negli archivi di suor Gervasia vi sono altre decine di fascicoli con lettere di altri detenuti che meritano di essere riscoperte.
Il volume edito da Marietti, distribuito in tutte le principali librerie, sarà successivamente presentato a Bergamo e a Roma. “L’auspicio – chiosa Roncalli – è che queste lettere accendano una luce sulla straordinaria figura di suor Gervasia, il cui ricordo è ancora ben presente a numerosi detenuti ed ex carcerati che sono riusciti a rifarsi una vita, lasciandosi alle spalle anni travagliati e spesso macchiati da tragedie”.
