#365 - 1 luglio 2025
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Cinema

I dimenticati - Una iniziativa di "Diari di Cineclub"

Marcelo Perez.

Diari di Cineclub - I dimenticati - 121. Marcelo Pérez.


Di

Virgilio Zanolla

Marcelo Perez.

Nei primi decenni del muto, entrare nel mondo del cinema era - per certi aspetti - relativamente facile: non solo perché si aveva spesso bisogno di professionisti di questo o quel mestiere (acrobati, trapezisti, illusionisti, cavalieri, forzuti, ballerini, addestratori di animali, ecc.), di attori bambini e di persone dal fisico singolare (grassoni, filiformi, giganti, nani, ecc.), altresì in quanto gli short o cortometraggi ad un rullo, basandosi sovente sull’improvvisazione, richiedevano persone dotate di inventiva e gran senso pratico; le quali, una volta a contatto con l’ambiente, mettevano poco ad acclimatarsi e sviluppare il proprio talento in uno o più dei tanti rami del settore: la recitazione, la direzione artistica, la sceneggiatura, la ripresa cinematografica, ecc.

Marcelo Perez.

Per questo, si registrano i casi di molti attori divenuti poi registi o sceneggiatori. Tra costoro c’è un comico che raggiunse vasta popolarità in più paesi europei e in America, la cui recente riscoperta si deve per gran parte alla solerzia di ricercatore del suo biografo Steve Massa: Marcelo Pérez. Come nel caso di Florence Lawrence e di molti altri attori del muto trattati in questa rubrica, infatti il problema principale da affrontare è che a dispetto della fama che godettero e dell’alto numero di pellicole che interpretarono, restano a testimoniare la loro bravura pochissimi film.

Marcelo Perez.

Di nascita, Marcelo Fernández Pérez era spagnolo, nativo di Madrid; sussistono incredibilmente ancora incertezze circa i suoi estremi biografici: riguardo alla nascita, c’è chi dice sia venuto al mondo il 29 gennaio 1884, chi il 1° giugno dello stesso anno; chi sposta una di queste date al 1885, e chi all’87. Quel che risulta indubbio, è che la sua famiglia si trasferì in Francia, a Parigi, quando lui era ancora infante. Si trattava probabilmente di attori di teatro o di circensi, in quanto fin da piccolo Marcelo apparve in alcuni spettacoli di vaudeville e si esibì nei circhi in qualità di clown e quale acrobata: esperienze che si rivelarono utilissime nel momento del suo approccio con l’allora fanciulla settima arte. Verso il 1907 egli infatti fu arruolato come comparsa negli short comici girati da alcune case di produzione: la Pathé Frères, l’Eclipse e l’Éclair.

S’era fatto anche un nome d’arte, col quale è più conosciuto anche oggi: Marcel Fabre; al momento non abbiamo notizie certe sui suoi primi anni di carriera, ma poiché il personaggio comico di Robinet, con cui guadagnò la notorietà, nacque allora, è da credere che Marcelo si fosse rapidamente fatto strada come attore. L’unico titolo francese che rimanda a lui è lo short comico Il ciclista miope (Les mésaventures d’un cycliste myope, 1907) diretto da Georges Hatot per la Pathé Frères, dove alcuni gag messi in atto vennero da lui ripresi tre anni dopo ne La prima bicicletta di Robinet.

Marcelo Perez.

Non per caso, dunque, nel 1910 venne chiamato a lavorare in Italia da Arturo Ambrosio dell’Ambrosio Film di Torino, il quale, deciso a concorrere negli short comici con la concittadina Itala Film, che grazie a un altro comico d’oltralpe, l’havrais André Deed, proponeva con grande successo il personaggio di Cretinetti, e con la romana Cines, che aveva appena assunto il bayonnès Ferdinand Guillaume, in arte Tontolini. Tre giovani, tutti di piccola statura (Marcelo era alto 150 cm. e pesava 59 chili) e abilissimi acrobati; se Cretinetti era sempliciotto e a tratti arrogantello, e Tontolini funambolico e un po’ surreale, il Robinet di Marcelo si collocò nel giusto mezzo: inquieto, ottimista, millantatore, ma ricco d’iniziativa e a suo modo intrepido, una maschera difficile da dimenticare, a dispetto di una certa meccanicità che almeno nelle trame contraddistingueva i cortometraggi comici italiani d’allora.

Marcelo Perez.

Oltre ad essere spesso spettacolarmente dinamici, i suoi gag erano divertenti in quanto paradossali: come quando, in Robinet vuol fare il jockey (1910), deciso a perdere peso per diventare fantino, Robinet si fa tra l’altro riempire di pugni da un pugile; o quando, ne L’abito bianco di Robinet (’11), il nostro personaggio, uscito di casa con un vestito candido, incappa in una serie di disavventure stradali che rendono il suo abito chiazzato e sporchissimo, ma alla fine ne recupera il colore immacolato grazie all’intervento di alcuni attacchini, i quali, investiti da lui nell’attimo in cui si accingevano al lavoro, per vendicarsi lo spennellano di vernice bianca.

Marcelo Perez.

Robinet divenne popolarissimo, e venne esportato in altre cinematografie: in Inghilterra e negli Stati Uniti si chiamò Tweedledum, in Olanda e Germania Nauke, in Ungheria Robinetti, mantenendo il nome originale solo in Francia e Spagna. «Il nome di Robinet è come un incontro meteorologico in una notte di estate, è come una parola di augurio data da un familiare ad un essere che gli è caro. Robinet è il benefattore delle persone tristi; egli, questo non sa né si cura di sapere, trasmette la sua arte piena di naturalezza per intuizione» così recitava un profilo sul nostro attore apparso il 10 settembre 1913 e rintracciato sul web nel Silent Film Archive.

Marcelo Perez.

Gli short interpretati da Marcelo, inizialmente diretti da Ambrosio, passarono presto sotto la sua creazione, regia e supervisione. Nei sei anni in cui lavorò per l’Ambrosio Film egli prese parte a circa 150 pellicole, non solo della serie Robinet, anche di quella Fricot e di quella Gigetta (due altri personaggi comici, interpretati rispettivamente da Ernesto Vaser e Gigetta Morano, considerata la prima attrice comica della storia del cinema), dei quali fu co-protagonista e assunse sovente la regia. A Robinet venne affiancato con successo nell’11 il personaggio di Robinette, interpretata dalla veronese Nilde Baracchi: secondo la trama moglie, fidanzata, amica, e talvolta perfino complice di Robinet (Robinet ricattatore, 1912). Marcelo però diresse e interpretò anche altri interessanti film: come, in collaborazione con Luigi Maggi per la regia e ancora a fianco della Baracchi nel ruolo di Mysora, il mediometraggio Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola nel ’13, tratto dal romanzo fantastico Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola di Albert Robida e suddiviso in quattro episodi; dove non si può fare a meno di ammirare la genialità di alcune trovate, come le scimmie quasi umane nel primo e lo scontro tra aerostati nell’ultimo. E come quel piccolo capolavoro di Amor pedestre (’14): storia di un triangolo amoroso tra una dama, il suo corteggiatore e il marito di lei, che porta a un duello tra i contendenti: dove il corteggiatore, che finge di soccombere restando ferito, viene consolato nel modo più classico dalla dama. La particolarità di questo corto della durata di poco più di cinque minuti, che non ha precedenti per l’arditezza concettuale, è che i personaggi vengono sempre ripresi solo dalle ginocchia in giù.

Marcelo Perez.

Gli anni d’oro del cinema muto italiano si conclusero nel 1915, con l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale: il blocco di alcuni mercati esteri, il vertiginoso aumento dei prezzi, l’arretratezza dei mezzi tecnologici e la pesante concorrenza americana furono le principali cause dell’incipiente crisi del settore che portò a un rapido declino della produzione nazionale, durata fino alla seconda metà degli anni Venti. Marcelo fu tra i primi a rendersi conto del mutamento delle cose, e quell’anno stesso, con la sua partner storica Nilde Baracchi, decise di trasferirsi negli Stati Uniti; l’ultimo suo lavoro italiano fu la commedia Il yacht misterioso (’15), un mediometraggio che oltre a interpretare diresse in collaborazione con Adelardo Fernández Arias.

Marcelo Perez.

Una volta negli States, ingaggiato dalla Universal Film Manufacturing Company, codiresse con Allen Curtis e interpretò almeno uno short comico, A Day at Midland Beach (’15), della serie Joker Comedies, varata dalla casa di produzione nel ’13 allo scopo di contrastare i fortunatissimi corti della Keystone. In essa vestiva i panni di Tweedledum, l’alter ego americano di Robinet, qui alle prese con la fidanzata Elsie (la bionda Elsie MacLeod) che vuol trascorrere con lui una giornata al mare. Nel febbraio-marzo del 1916 Marcelo lavorò alla Vim Comedy Film Production di Jacksonville e New York, dei poco specchiati Louis Burston e Mark Dintenfass, dove diresse e interpretò quattro short impersonando Bungles (in italiano, «pasticci»), una sorta di vagabondo zazzeruto e barbuto che per sbarcare il lunario prima si veste da donna, poi s’improvvisa imbianchino, quindi si mostra investigatore, infine, abbandonato dall’amata, rimedia una caterva di botte e innaffiature dalle pompe dei Vigili del Fuoco; erano suoi partner Elsie MacLeod e, quale antagonista, l’allora ventiquattrenne Oliver Hardy, ancora senza i baffetti alla Hitler.

Marcelo Perez.

Sempre nel ’16, passato con la Baracchi alla Eagle Film Company di Jacksonville, poté finalmente riproporre il suo Robinet, divenuto appunto Tweedledum, tornando ad avere successo con opere come A Busy Night, dove utilizzando il sistema della doppia esposizione si propose ad un tempo in ben sedici ruoli, anticipando una trovata de Il teatro (The Playhouse, 1921) di Buster Keaton. Tra quell’anno e il ’22 Marcelo scrisse, interpretò e diresse diverse pellicole, affiancato dalla Baracchi (Robinette-Tweedledee). La sua prima sceneggiatura accreditata è per lo short comico The Recruit, scritto nel ’18 in collaborazione con William Alfred Seiter. Nel biennio 1918-19 apparve in una serie di commedie dirette e prodotte da Seiter per la Jester Comedy Company a Cliffside Park, nel New Jersey: ne erano protagonisti sempre gli stessi personaggi, soltanto con altri nomi: Tweedledum divenne Tweedy-Dan e Tweedledee Nilde Babette. Una seconda serie della coppia comica, girata nel ’19 con l’ingresso di nuovi personaggi, ebbe meno successo: il risultato fu che Nilde Baracchi decise di tornare in Italia, e il suo ruolo passò alla ventisettenne Dorothy Earle, nome d’arte di Esther Lucille Elmendorf. Tra i due interpreti scoccò subito la scintilla, che il 2 febbraio del ’20 li portò al matrimonio; alla fine di quell’anno essi divennero genitori del loro unico figlio, Marcelo Pérez Jr. detto Marty.

Marcelo Perez.

In quel periodo, forse anche per le nuove responsabilità che si era assunto, Marcelo si dedicò alla sceneggiatura e alla regia oltre che all’interpretazione; essendo dotato di fervida fantasia, concepì e scrisse varie storie, soprattutto commedie e western. Col nome di Marcel Pérez, scrisse e diresse due lungometraggi prodotti da Seiter e interpretati dalla bellissima attrice Rubye De Remer, i thriller Il modo in cui le donne amano (The Way Women Live, 1920) e Lusso (Luxury, 1921). Nell’aprile del ’21 Marcelo lavorò con la Reelcraft Pictures Corporation, per la quale produsse almeno nove cortometraggi della serie Mirth Comedies, imbastiti sul personaggio di Tweedy, abbreviazione di Tweedly-Dan. Nella primavera dell’anno seguente iniziò a collaborare col produttore Frank M. Sanford: l’obiettivo era dirigere otto film di ambientazione western interpretati da Pete Morrison e una nuova serie di dodici short di Tweedy; ma poté portare a compimento solo sei pellicole per ogni serie, giacché sul set fu vittima di un gravissimo incidente: inavvertitamente, cadde su di un rastrello, uno dei cui denti gli perforò l’osso di una gamba, costringendo all’amputazione dell’arto.

Marcelo Perez.

Per lui fu un colpo durissimo, perché lo costrinse a chiudere la sua carriera d’attore. Durante la lunga convalescenza si mise a scrivere sceneggiature in compagnia della moglie: la quale nel ’27, diretta da lui, avrebbe poi interpretato uno di questi loro lavori, il western Pioneers of the West. In ogni caso, Marcelo non interruppe davvero mai l’attività: nel 1924 guadagnava 400 dollari settimanali come gagman (inventore di gag) per il comico inglese Jimmy Aubrey. L’anno seguente riprese con la regia, dirigendo per la Joe Rock Comedies associata alla Standard Photoplay Company una serie di commedie interpretate dall’attrice franco-americana Alyce Ardell, ogni volta con un partner differente: il comico eppoi regista Slim Summerville, Neely Edwards, perfino lo stesso Joe Rock. Tornò occasionalmente davanti alla macchina da presa interpretando il disabile Phil nel western Lash of the Law, che egli stesso diresse nel ’26. Si trattò di una delle sue ultime realizzazioni: nell’ottobre 1927, colpito da un tumore ai polmoni, venne ricoverato in ospedale a Los Angeles, dove si spense l’8 febbraio 1928, all’età presunta di quarantaquattro anni; occorre infatti considerare che lamentabilmente risulta controversa anche la data del suo decesso: c’è chi sostiene che morì l’8 febbraio 1929, chi il 3 agosto 1927, chi il 3 agosto 1929.

Marcelo Perez.

Sfortunato nell’ultima parte della vita, come abbiamo anticipato Marcelo Pérez lo fu anche riguardo alla sua eredità artistica: delle forse 300 pellicole interpretate e/o dirette e sceneggiate è rimasto ben poco. Colpa sia del deterioramento del materiale filmico, sia dell’irreperibilità delle copie, spesso realizzate per piccole case di produzione che ebbero esistenza labile e breve; inoltre, egli ci mise del suo confondendo i ricercatori col continuo cambio di nome (Marcel Fabre, Michel Fabre, Marcel Pérez, Fernández Pérez, Marcel Fernández Pérez, Marcel F, ecc.), che faceva il paio col già contemplato mutare di nome dei suoi personaggi.

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Alcune fotografie e immagini presenti sono tratte da Internet e Face Book , e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla loro pubblicazione, possono segnalarlo a dantefasciolo@gmail.com in modo da ottenerne l'immediata rimozione. Buona Lettura a tutti. grazie.