Continua sul nostro giornale la pubblicazione dei video
di grandi attrici che interpretano i racconti tratti dal poema
Le storie del corpo che ogni donna può raccontare
Mi svelo ma in animo nuda
di Antonio Bruni
Sono novanta storie vere di vita sessuale di donne normali, raccolte da Antonio Bruni con lunghe interviste personali e trascritte in versi per renderle più delicate nella loro crudezza. I racconti sono immediati nella loro intimità, senza omissioni. Solo le donne sanno essere sincere con sé stesse. L’opera, pensata per essere stampata in un libro, è stata invece pubblicata a voce in scena. Venticinque letture dal 2002 al 2017 in teatri, locali, televisioni, piazze. Sono cinquantadue le interpreti di Mi svelo… dal 2002 al 2017.
Oggi vi presentiamo Annabella Calabrese, nella lettura del 2017 al Teatro Belli di Roma per la regia di Antonio Salines. Annabella interpreta il racconto in versi “La schiena”. È l’incontro di amore di una ragazza, un’atleta professionista. La schiena è la parte preferita del proprio corpo.
Ogni persona custodisce nel profondo della memoria un vissuto del corpo, esemplare della propria identità. Quel pensiero è in lei presente, è raro che ne parli, può restare custodito o inconsapevole nell'animo ma può svelarsi, se ad ascoltare c'è un poeta. Nasce così "Mi svelo ma in animo nuda". Sono novanta le donne che compongono il poema di Antonio Bruni scritto in versi novenari e corredato da cori e da canzoni.
La schiena
Novembre sul grigio marino
taglienti nell’animo scogli
ma tiepida pietra di autunno
è tesa ed attesa vacanza
con lui primi giorni da soli
apprendere il vivere insieme
siam freschi di amore e d’incontro
sbocciato in abbraccio e passione
ma ruvido ancora nei bordi
facciamo scintille in parole
in pelle un continuo richiamo
ardisco sfidare stagione
la fiamma di quel primo incontro
mi induce a scoprire la schiena
offrirla all’aperto al suo sguardo
ripenso alla prima da soli
dopo esserci punti tra gli altri
sapevo già avanti di andare
indugio tra doccia e lozioni
insolita lenta toeletta
nei giorni normali mi sbrigo
l’atletica è mia professione
e l’essere donna è oscurato
in tuta dal tendere gli arti
quel giorno volevo altra forza
diversa da spinta a saltare
un’aria regale cercavo
con una presenza splendente
escludere il mondo d’intorno
smorzare altre luci e figure
davanti allo specchio imitavo
esame di gusto maschile
guardando da dietro in riflesso
alzarsi diritto il mio dorso
la curva dai fianchi alle spalle
la sagoma da ampia addolcirsi
nei docili lunghi capelli
che svelano glutei compatti
su gambe da corsa in savana
pregusto il suo sguardo rapito
calore s’allarga nel petto
confine celato indovino
avevo già amato un ragazzo
i primi rapporti e scoperte
ma con sensazioni incomplete
avverto me stessa matura
di andare più avanti in godere
gestire l’istinto di linfa
le anche strofino e le cosce
abbondo di crema su pelle
vorrei rilassarla al suo tatto
la schiena è la faccia di luna
pregiata che osservo ed ostento
attenta mi dedico a lei
è solo un dovere stimarmi
il piatto nervoso del ventre
l’alzarsi del piccolo seno
le linee del viso affilato
disegno ma senza calcare
per non alterare la stele
gazzella slanciato esemplare
mostrarmi a lui voglio di spalle
profumo più vesto che gonna
l’incontro è cordiale e ceniamo
gli scontri acquietiamo e battute
entrambi siam pronti alla svolta
intanto gli parlo con gli occhi
le frasi di approccio evitando
dichiaro in respiro l’intesa
entriamo nell’auto ghiacciata
un bacio prolungo e si parte
coi fiati si allarga calore
sostiamo all’aperto sul lago
lui prende in dolcezza a spogliarmi
con ritmo a mio muto comando
non osa toccarmi contempla
guardando stacchiamo i complessi
dai panni mi ha sciolto e mi volto
la schiena protendo e abbandono
non più son rivale in discorsi
ma offerta di lotta in dolcezza
lui guida con garbo l’approccio
mi serro al suo petto che è grande
mi suscita un’onda esplosiva
il grazie gridargli vorrei
del dono passione di maschio
avermi compresa nei gesti
ma taccio in pudore e mi avvinghio
al muro del suono saliamo
poi insieme nel lago svenire.
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