Memoria di un ’giorno speciale'
25 aprile
di Amanzio Possenti
XXV Aprile 1945-2025, ottant’anni nel segno della libertà. La memoria di ’quel giorno’, fondamentale nella storia d’Italia, torna viva per ricordarci che la dignità di un popolo non può mai prescindere dal valore della libertà, bene sommo conquistato proprio dal giorno della Liberazione dal nazifascismo.
Ricordo personalmente quel 25 aprile: avevo dieci anni e dai Salesiani di Treviglio presso il cui Collegio frequentavo la quinta elementare, fui rimandato a casa, con tutti i compagni di classe, perché era una ‘giornata speciale’ e la popolazione tutta era scesa nelle strade per festeggiare.
Tante coccarde e bandiere tricolori indossate o portate con orgoglio, da giovani e adulti, uomini e donne, a testimoniare la gioia comune, anche se, come appresi dai genitori e fratelli, si sapeva poco di quel che era accaduto a Milano con il proclama del CLN che annunciava la caduta della repubblica di Salò e il frettoloso abbandono delle città del Nord, in fuga verso il Brennero e la Germania, da parte delle truppe tedesche occupanti.
Dal balcone di casa in via Battisti seguivo gli eventi: dal Distretto militare e dalla ormai ex-Casa del Fascio giungevano notizie di luoghi ’riconquistati’ al nuovo corso, la Radio - tanto cara a papà che ne seguiva, attento a non essere scoperto, le notizie da Radio Londra sulla realtà della guerra e sulle azioni dei partigiani - annunciava ripetutamente la fase di cacciata dell’invasore e l’arrivo nelle città delle brigate dei ‘ribelli per amore’ scesi dai monti dove avevano combattuto la Rsi e sacrificato molte giovani vite nella lotta per la libertà, tra scontri a fuoco e fucilazioni .
Ricordo il passaggio sotto casa di un camion che trasportava concittadini catturati e accusati di essere ‘repubblichini’: apprenderò successivamente, essere stati giustiziati in modo sommario presso il cimitero di un paese vicino, triste pagina nel clima di quel giorno.
E ancora: i giovani dell’oratorio Sant’Agostino in festa (tra cui i miei fratelli Manlio e Renato) attorno all’assistente don Ernesto, simbolo di lotta per la libertà, e la testimonianza cristiana di suor Angelica, la ’capelùna’, che aveva salvato molte vite di ebrei nascondendoli in luoghi sicuri dalle retate.
Poi via via la ripresa della normalità, il primo sindaco della Liberazione, il governo transitorio del Cln formato a Roma, episodi qua e là nel Nord di tragiche vendette, ricostituzione dei partiti politici, avvio verso le prime elezioni libere per la Costituente e le amministrazioni locali, cammino verso la scelta della Repubblica, della democrazia parlamentare, infine la Costituzione.