Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
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di Luigi Capano
Ricordiamo con un’oncia di nostalgia i cartoni animati di Hanna e Barbera, giocosa colonna sonora e visiva della nostra infanzia sventata e, in seguito, della nostra intricata adolescenza: Braccobaldo, l’orso Yoghi, Ernesto Sparalesto, Lupo de Lupis, gli Antenati, i Pronipoti, Svicolone, Magilla Gorilla, Napo Orso Capo, Tom e Jerry…quanti personaggi stravaganti, fantastici eppure vitali perché fervidamente alimentati da un’immaginazione generosa!
Quante storie ingenue e magicamente inverosimili che però sapevano coinvolgerci nella serietà del gioco, senza destare fatui turbamenti, trapelandoci, piuttosto, il pathos salutare di un virtuoso distacco! E quando, raminghi del web, ci capita di incontrarli, per caso, in quella selva di parole e di immagini, chiamata informazione, vi indugiamo volentieri e trascorriamo un po’ di tempo in buona, nostalgica compagnia. Per poi passare, senza soluzione di continuità, come ci invogliano gli automatismi del villaggio globale (Mc Luhan fu profeta!), alle vicende, meno allettanti ma purtroppo più cogenti e spesso non meno stravaganti, del prosaicissimo agone politico, complice – supponiamo - un incauto cortocircuito sinaptico, o piuttosto, con falso lirismo, un pindarico sfarfallio di falena.
E così ci capita di intercettare la collera di Bruno Vespa, al termine del suo programma quotidiano “5 minuti”, imbufalito per l’avviso di garanzia inviato dalla Procura della Repubblica al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri Nordio e Piantedosi, in merito alla vicenda del libico liberato alla chetichella giorni addietro. Il Vespa furioso condivide la preoccupazione del danno d’immagine alla Nazione provocato dall’azione – prevedibile, se la storia insegna qualcosa – di una Magistratura che in modo sempre più reciso si sta proponendo come l’unica vera opposizione al governo, essendo la Sinistra, titolare del ruolo, in tutt’altre faccende affaccendata.
E ci capita anche, infatti, di intravedere, non di rado, la vispa Elly Schlein, con tutta la sua ciurma, correr dietro ai fantasmi del trascorso ventennio fascista (curioso sport progressista) o sbracciarsi reiteratamente a favore di un feticismo dei diritti ammanniti in tutte le salse (un esempio tra tanti: l’anacronistica difesa della pratica tribale dello sciopero dei trasporti pubblici).
Nel gioco mercuriale e affabulante dei pixel le immagini e gli accadimenti si avvicendano rapidi e, osmoticamente, si compenetrano. Dobbiamo al genio di Huizinga, il ritrovato archetipo dell’homo ludens che, attivato, ci esorta a stemperare una sopraggiunta indignazione nel laborioso crogiolo del disincanto.