Faber - Vangelo laico
di Roberto Bonsi
Il Vangelo o Evangelio che dir si voglia, oppure al plurale: i Vangeli, in quanto sono più d’uno, l'originale, quelli degli Apostoli ed i Vangeli apocrifi; tutti questi, sono e rappresentano le numerose e diversificate testimonianze che narrano l’intera vita, il pensiero e l'essenza, nonché la profondità della fede espressa dalla Chiesa cristiana, le persecuzioni e gli atti fortemente ostili verso il Suo Credo, e verso Gesù Cristo, autentico “Profeta” tra le genti di quella Fede. Sue furono ed ancor oggi sono, le varie predicazioni sulla parola del Signore nostro Dio e Suo diletto Padre. Il buon Gesù, Suo figlio fattosi uomo tra gli uomini, nel suo tempo terrestre, equivalente, come ben si sa, a poco più di un trentennio di vita, svolta, per portare, la pace ed il bene su questa nostra Madre Terra, “puntino” nell’Universo, che da sempre è alle prese da continue guerre fratricide, e da azioni fortemente malevoli, tra infanticidi, omicidi, uxoricidi, e tanto, tanto altro ancora. Questo è l' “incipit” o meglio" Il prologo dell'intenzione di questo nostro scrivere.
Milioni e milioni di libri e di e-books di qualsivoglia edizione ed in numerose differenti lingue, hanno scritto e scrivono su questa particolare tematica. In questo nostro “Belpaese” spesso lacerato da azioni politiche non collaborative tra le varie fazioni ideologiche, e per volontà del popolo periodicamente espresse dall”Arco costituzionale e dai vari mass-media, ecco che non da oggi salta fuori la vocalità incisa su di un piano mite ma anche di fatto assordante, che è quello del celebrato ed indimenticabile poeta e cantautore della cosiddetta: “Scuola genovese”: Fabrizio De Andrè.
Per i tipi della rinomata Casa Editrice di ispirazione cattolica, “Ancora” di Milano, nel corso dell’anno 2024 è uscita la terza edizione riveduta e ampliata di una serie di interessanti capitoli raccolti nel tomo: “Laudate Hominem" (Il Vangelo secondo De André), scritto con grande attenzione e con la massima cura, dal giornalista e scrittore trentino Paolo Ghezzi, lì nato nel 1959, il quale dopo aver frequentata una rinomata scuola di giornalismo a Milano, ha preso a lavorare per varie tipologie di giornali, e di seguito si è anche laureato in Economia politica. Prese le “redini” del quotidiano “L’Adige” di Trento, ha avute diverse collaborazioni radiofoniche ed anche televisive, ha scritto libri e quindi non è un “neofita” rispetto a questo suo recente libro di successo sul cantautore di Genova. Il Ghezzi ha anche diretto il mensile culturale e politico: “Il Margine”.
Torniamo ora al libro sin qui menzionato del quale abbiamo testé scritto il titolo ed una sua brevissima “sinossi” seppure un pò al di fuori dei suoi tradizionali schemi. Chi non conosce l’intera discografia di De Andrè, i libri che lo riguardano e quelli da lui redatti?. Dapprima nato come artista di nicchia tra i "caruggi”, quelli dell’ indaffarata e non sempre “linda” “Zena”, poi dopo che la più importante “Stella” del nostro “firmamento musicale”, ovverosia Anna Mina Mazzini, in arte più semplicemente Mina, le ha inciso: “La Canzone di Marinella”, un suo brano tratto da una storia vera. Visto il grosso apporto della cantante bustese, cremonese e da tempo italo-svizzera, fu per ambedue, ed è proprio il caso di dirlo, un vero e proprio successo “esplosivo”, e da qui iniziò così la fama nazionale di Fabrizio De Andrè, la quale prosegue pressoché intatta fin dopo la sua scomparsa avvenuta in quel di Milano l’11 gennaio del 1999, all’età di 58 anni.
Le tematiche di questo libro pongono al riguardo, l’interesse sull’amore, sull’anarchia, gli ultimi, gli zingari, le prostitute, la morte, la guerra, Gesù, la preghiera, la solitudine, e così via elencando. Da buon ateo, quale egli fu in vita, guardava il senso della fede con un occhio particolare, e privilegiando specialmente coloro che per vari motivi vivevano sulla strada, con situazioni di disagio e di povertà estrema, come ad esempio gli “homeless”. .-...”Il Cristo filosofo è stato il più grande 'anarchico' di tutti i tempi insieme a Socrate."-. - “Io sono un moralista ma rifiuto le morali borghesi e sottoproletarie”. Queste due tra le tante, sono le risposte che il “Faber” dette alla stampa durante le varie presentazioni dei suoi dischi. Infine don Andrea Gallo, anch’egli genovese, grande amico ed estimatore di De Andrè, ebbe così ed esprimersi per iscritto, rivolgendosi all’autore di questo libro sull’epopea umana ed artistica di Fabrizio De Andrè: -”Caro Ghezzi, sei stato proprio bravo! L’opera di De Andrè è davvero “Annuncio” e “Buona Novella”.