#360 - 1 febbraio 2025
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letteratura

San Francesco seconno noantri

Testo in lingua dell'urbe 8o romanesco)

Disegni di Lucio Trojano

Francesco a San Damiano

San Damiano

Ce stava ‘na chiesetta a San Damiano,
e sull’artare c’era un Cristo in croce
dipinto su ‘na tavola de noce,
e a Francesco, in quer posto fori mano,
dice che je successe un fatto strano:
mentre pregava lui senti ’na voce
che je diceva piano, sottovoce:
“Nun lo vedi France’? Damme ‘na mano,
guarda, sta pe’ crolla’ la casa mia,
nun perde tempo, devi riaggiustalla”.
E Francesco rispose: “Così sia”.
Poi se ne n’annò a Foligno risoluto,
co’ la robba, a cavallo, pe’ smercialla,
finchè tutte le stoffe ebbe vennuto.

Francesco a  San Damiano

Va’, venni tutto e viemme appresso

Ma vennuta la merce, je sartava
in testa de da’ via pure er cavallo
e trovato er cliente pe’ comprallo,
de tutto quanto se ne sbarazzava.
R così nudo e crudo se n’annava
tutto felice, a piedi, sur cavallo
de San Francesco. Ma solo a toccallo
pe’ strada, tutto ‘sto’oro, je scottava.
Così, con quelo spirito, arivato
sotto Assisi , rivide San Damiano
ch’era in rovina, mezzo diroccato.
E a vede’ la cappella, poveretta,
in quelo stato, cor denaro in mano,
co’ gran rispetto entrò nella chiesetta

San Damiano diroccato

Incontrò un pòro prete e con gran fede
lui je baciò le mani consacrate,
e je regalò subbito, a manciate,
tutto er denaro. Quello, quanno vede
‘sto cambiamento, dubbiuda e nun crede
all’occhi sui, ma penza alle mattate
penza a quarcuna de ‘ste regazzate
de gioventù sbannata, e lì se chiede
se è proprio lui, che giusto pochi giorni
prima annava co’ amici e co’ parenti
a fa’ baldoria in tutti li dintorni.
Francesco inziste a dije che li suoi
oggi so’ tutti boni sentimenti
e lo scongiura pe’ resta’ co’ lui.

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