Tra gli eventi per l'anno giubilare
I giovani Frassati e Acutis prossimamente sugli Altari
Comune cammino
Cantico delle Creature - Laudato si'
di Amanzio Possenti
Sono eventi lontani fra di loro, tuttavia ambedue ci rivelano uno straordinario e comune cammino di fede e di speranza nei valori di umanità e natura, di carità evangelica e amore: gli 800 anni tra il celebre ’Cantico delle creature’ di Fancesco d'Assisi e il Laudato si' di Papa Francesco d’Assisi, e le prossime canonizzazioni di Pier Giorgio Frassati, nel centenario della morte, e di Carlo Acutis, entrambi scomparsi nel fiore degli anni.
La grandezza e l’umiltà di Francesco sono note al mondo intero, il suo ’Cantico’ ha diffusione universale ed è considerato la prima poesia in volgare italiano. Il suo cantore inneggia a bellezze sentite ed amate nel nome del Creatore e, mentre le esalta e le rende segno di riconoscenza perpetua, ne tramanda il senso di lode, presenza viva nei secoli.
Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, torinese il primo e milanese il secondo, esempi di scelta cristiana vissuta nell’esperienza di amore e di sacrificio come dono, testimoniano la fedeltà e il senso di una giovinezza dedicata a Gesù nella normalità e quotidianità operosa e creativa, a favore di chiunque nel dolore, nella sofferenza, nel bisogno, amato con un caro fratello, tra nobiltà di interventi, preghiera, studi, attrazione della montagna, vita con il prossimo da credente convinto.
Rammento come da adolescente avessi fatto mio il fascino interiore suscitato, anche in molti coetanei, da Frassati, del quale in quell’epoca, si citavano, si evocavano e si ammiravano le scelte nell’azione costante di bene rivolto ai poveri, agli ultimi, agli abbandonati, da cristiano partecipe. Venendo da una famiglia della borghesia, aveva rinunciato a succedere alla guida de ’La Stampa’ di Torino al padre Alfredo, che l’aveva fondata e ne era il primo direttore, preferendo ‘spogliarsi’ - come Francesco - di aspirazioni di carriera per donarsi, da attivo membro dell’Azione Cattolica, ai bisognosi, ai lontani, ai giovani inquieti, con la tenerezza e lo sguardo fecondo della fede: testimone della felicità del credere. Entusiasmava il suo esempio di donazione, che oggi è riconosciuto dalla Chiesa, nell’anno del Giubileo della Speranza, con la santità dell’Altare. Come è analogo il riconoscimento alle virtù del giovane Acutis.
L’uno e l’altro non sono stati né eroi né performanti protagonisti cari alla mediaticità, bensì dei giovani come tanti - quale fu Francesco d’Assisi – innamorati del Vangelo : santi della porta accanto.