#359 - 1 gennaio 2025
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curiosità

Balcone degli innamorati

La storia d'amore d Nera e Velino

di Roberto Bonsi

Balcone degli innamorati

Un vero e proprio racconto mitologico sovrasta tutte le antiche, affascinanti, ed a volte anche singolari storie, perlopiù dettate da alcune forme di misticismo, e pure da diverse leggende; e noi ci apprestiamo a farvi conoscere nell’ambito di questa narrazione, una triste storia pervasa per l’appunto di mitologia, che ha trovato il suo luogo più naturale in una regione definita tra le più verdeggianti sul piano agricolo e boschivo, nonché fortemente artistico, culturale, nonché religioso dell’Italia tutta.

Siamo in Umbria, territorio rigoglioso, che è l’unico dell’intera parte centrale del nostro “Belpaese” a non essere bagnato e quindi costeggiato dalle acque del mare, nel nostro caso di quelle dell’Adriatico, e dalle sue battigie ed arenili. I suoi abitanti si chiamano giustappunto umbri, ed il significato di questo termine sta a descrivere semplicemente degli uomini “bagnati dalla pioggia”.
Di tutto quanto offre questa area altrettanto "paradisiaca" dell' intero nostro "stivale" e con il suo“tacco” compreso, esiste un sito web che qui vi segnaliamo: www.umbriaturismo.net e quindi, sfogliate anche le sue pagine elettroniche.

Balcone degli innamorati

Quanto desideriamo metter nero su bianco su queste pagine, è una storia d’amore che è stata “magicamente vissuta” in questo “cuore verde dell’Italia”.Quello per il quale ci ripetimo, che è contraddistinto tra mito e leggenda, e pone chi scrive e chi legge, su due fronti diversi, che genericamente possono a volte risultare con molte similitudini, e quindi il confine tra queste due parole risulta a tratti essere molto labile, e così ora vi narriamo della “Leggenda degli innamorati”.
Lo scenario nel quale si sono mossi questi innamorati è ancor oggi e per sempre, il luogo ameno “disegnato” dalla Cascata delle Marmore. Questi innamorati si chiamavano e per sempre si chiameranno, con i nomi di Nera e di Velino.

La giovane Nera era una bellissima ninfa figlia del dio Appennino, la quale un bel giorno incontrò un giovane pastore che rispondeva al nome di Velino, ed Il loro fu un amore davvero passionale, fatto di abbracci, di carezze, di baci e di lunghi amplessi. La dea Giunone, ve la ricordate …?. La storia del tempo che fu e la mitologia classica, la rappresentano come una potente divinità a parte, ma anche come consorte del dio Giove alias Zeus per gli antichi greci, che fu il padrone dell’Olimpo. La dea Giunone, ci ripetiamo, ben presto venne a sapere di questa unione, e tra disprezzo ma soprattutto invidia dell’amorosa unità di intenti tra una ninfa ed un essere umano, decise così di punire severamente la prima.
Giunone trascinò Nera sulla cima del non lontano Monte Vettore, e tramutò la stessa in un rigagnolo, che poi diventò un torrente, ed infine un vero e proprio fiume, almeno allora composto da acqua cristallina, e questa nuova risorsa idrica prese il nome proprio della sfortunata ed in quei momenti più che mai infelice ninfa.

Balcone degli innamorati

Il pastore Velino cercò invano la sua bella innamorata, e quando interrogando una sibilla, seppe del suo mutato e terribile destino, egli prese la tragica decisione di suicidarsi e quindi di gettarsi da una rupe, la quale era il punto preciso dove scorreva la sua amata con le sue nuove sembianze, ed il notevole salto compiuto dal povero Velino coincise con la parte più alta della mirabilissima Cascata della Marmore. Quel punto di balzo verso la morte certa è per tutti stato designato come “Il Balcone degli Innamorati”, dando così un preciso riferimento a quella specie di … favola sin qui raccontata.

Ai giorni nostri il prodigio di queste cascate serve soprattutto ad alimentare un ulteriore aumento della portata di questo bacino acquifero o idrografico, onde poter regolarizzare la produzione di energia idroelettrica all'effettiva necessità di tutti i residenti nel comprensorio che fa a capo a questa bellezza del “Creato” così “arginata” dalle tecniche dell'uomo, a fin di bene, e per ottenere un risultato economico di natura qualitativa e quantitativa.
Della cascata in questione si dovrebbe però scrivere e parlare al plurale, in quanto i salti della stessa sono ben tre e non uno, come di solito si tende erroneamente a definirla. Il nome: Marmore deriva dai sali di carbonato di calcio che ricoprono le sue rocce e che sono molto simili ad un tipo di marmo definito con il nome di bianco. Non tutti sanno o meglio hanno inteso approfondire, tranne i locali, che il fiume che ha preso il nome della ninfa, nasce su di un altopiano dei Monti Sibillini a 902 metri s.l.m. nei pressi di due località denominate: Vallinfante e Visso, poste a frazione del Comune di Castelsantangelo sul Nera, nella confinante regione Marche.

Balcone degli innamorati

L’incontro tra il fiume Nera ed il fiume Velino dà così origine alle Cascata delle Marmore. Aah!. Ci si stava scordando che quella o quelle delle Marmore, è, oppure sono, la cascata o le cascate artificiali (cioè generate dall'operato dell’’uomo) più alte del mondo, un bel “record”, scriviamo noi!. sono diventate così una grande ed un ‘ulteriore meraviglia di Madre Natura.
Una curiosità!. Nel Parco Fluviale del Nera, vi è al momento la più alta concentrazione di cervi, e tale specie animale fu di nuovo introdotta all’avvento dell’anno duemila. Come in tanti altri luoghi bucolici o meno, anche questo è periodicamente oggetto di brevi o di lunghe camminate che chiameremo con il suo nome più usuale, ovvero: “Trekking”.

Nella zona in questione vi è anche un'altra singolare cascata, quella del “Pisciatore”, che è un’altrettanto bella risorsa idrica posta al termine delle coltivazioni agricole del comune su menzionato, e decisamente più su nel percorso del tratturo che collega quell’area. La Cascata delle Marmore defluisce nel non lontano lago di Piediluco, ed è formata dalle correnti del Fiume Velino che in prossimità delle Marmore, frazione del comune di Terni, e piccolo borgo che è posto sopra la parte superiore delle stesse cascate, che di seguito si gettano nella gola sottostante dove passa il Fiume Nera.

Balcone degli innamorati

L'Umbria è una regione da visitare senza sè e senza ma …, e ne vale, come si suol dire, veramente la pena. Per concludere vi teniamo al corrente, scrivendo che il Fiume Velino è il maggior affluente di sinistra del Fiume Nera, ed è il principale subaffluente del Fiume Tevere, ed attraversando il capoluogo di provincia del reatino, cioè la città di Rieti, lo stesso è fortemente legato alla storia di quest’ultima, che fu tra l’altro un’antica sede papale.
Quella delle Marmore, ma di fatto tutte le cascate e le acque in genere, sono una metafora che rappresenta la vita ed il suo a volte lento ed a volte impetuoso scorrere. -”Aqua sculpit lapidem et dat vitam”-.
Tornando al racconto, la ninfa Nera era per l’appunto una potamide, cioè una sorta di tutrice dei ruscelli, dei fiumi e dei laghi.
La Cascata delle Marmore ha davvero un origine molto antica, che risale addirittura in epoca romana nel 271 a.C. . e qui Il console romano Manio Curio Dentato, di origine plebea, che fu noto per aver posto fine alle guerre sannitiche e per la realizzazione di opere idrauliche, fu perentorio ad ordinarne la costruzione, e questo inizialmente per meglio contenere e quindi canalizzare il loro flusso idrico.

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