#357 - 1 novembre 2024
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte di martedi 31 dicembre quando lascerà il posto al n° 359 - mercoledi 1° dicembre 2025 - CORDIALI AUGURI DI BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua à affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono più a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa è andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Attualità

Il crollo delle culle

Natalita'

di Amanzio Possenti

Natalita'

Che la natalità sia in calo è un’evidenza da parecchi anni, tuttavia ogni qualvolta se ne conoscono i dati ufficiali Istat alla sorpresa si aggiunge l’amarezza per il risultato, il peggiore in Europa.
Il decremento delle culle viaggia a ritmo sostenuto, meno 3,4% rispetto all’anno 2022,che già era stato fra i più bassi: soltanto 379.890 neonati in una popolazione di 59 milioni. Il problema denatalità coinvolge anche le famiglie straniere che fino a qualche anno fa ’sostenevano’ la natalità nazionale evitandone il crollo.

Natalita'

La denatalità come sistema senza frontiere? Di certo non è un calo temporaneo, ma ’strutturale’, sperabilmente superabile. Con pesanti ripercussioni sul sistema Valori e sull’Italia di domani: per esempio nel settore pensionistico, fra tarda età che cresce e le nuove forze native in riduzione costante.
Le motivazioni? Due in sostanza: il fattore economico-occupazionale invocato come difficoltà (insuperabile?) per le nuove famiglie ad avere figli e il momento culturale che, archiviando le tradizioni di genitori, nonni e bisnonni, ha introdotto criteri ed alibi autoassolutori che sprigionano avversione al modello famiglia e contrasto alla vita nascente.

Natalita'

Poi c’è quel che le statistiche non raccontano: il venir meno del senso di sacrificio che un tempo era molla naturale dell’agire sulle nascite volute e attese con gioia, speranza e spirito di famiglia. Il vento di una cultura materialista è andata imponendosi sino a proporsi quale atto ’normale’, fra autogiustificazioni pretestuose mischiate a problematiche sociali ed esistenziali (presenti da sempre).
Via via si è contribuito alla sostituzione dei Valori come gesto di presunta libertà. Non più gioiosa scelta per la vita, bensì adesione ad una mediaticità invadente e illudente. La denatalità diventa negazione che, affiancandosi ad una quotidianità opportunistica, propone il radicalismo del proprio sé, lontano dai Valori: i quali restano immutabili e fondamentali nonostante le contrarietà del tempo.

Natalita'

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.