Digitale e cambiamenti
di Amanzio Possenti
Il problema dei cellulari da tenere aperti o no nelle classi scolastiche (superiori) evitandone l’uso anche durante la ricreazione al fine di favorire i contatti reali e di sfuggire alla trappola della virtualità è fuor di dubbio ricco di stimoli al dibattito e di fatto è fonte di numerosi confronti pubblici e televisivi,nei quali i giovani, la scuola e i genitori sono i protagonisti: i giovani che sfidano il domani malmenando lo ieri, la scuola che deve esercitare uno spazio creativo e formativo, i genitori che scendono al passo dei figli illudendoli e illudendosi.
Domanda: ’chi sono i giovani di oggi’? Non certamente quelli della generazione precedente né tantomeno di padre e madre; sono perlopiù, e forse genericamente, considera molto più capaci, liberi, conoscitori, e attori non spettatori della realtà che li circonda. Posta la imparagonabilità fra le culture di ieri e quella di oggi - pretenziosa, vaga, onnivalente, incerta, fra valori dimenticati o sopportati, tensioni emotive deludenti o insofferenti, ripercussioni intellettuali segnate da fragilità - ci si chiede come i giovani contemporanei, quantitativamente più impegnati e pronti a dare risposte di sé e del proprio tempo, riescano a mostrare pienamente le loro potenzialità.
Come? Attraverso l’uso smodato dei social? Quanto li aiuta a crescere nel ritmo della virtualità? Quanto corrisponde al vero l‘accusa di non sentirsi amati bensì giudicati al punto di amare se c’è facilità al rapporto e poca disponibilità ad un impegno oltre il contingente? E il sovvertimento delle regole? Quanto i genitori esercitano esempio e stimolo educativo? E’ accettabile o va profondamente revisionato il criterio di’colpevolezza’, sempre, della società? Quanto l’uso disordinato dei social disperda qualità e sensibilità a favore di un narcisismo assolutorio delle singole individualità?
Il digitale e il crescere della tecnologia di servizio si incrociano con i cambiamenti epocali e culturali che trasformano celermente pensieri, scelte ed azioni, che non cedono più alle suggestioni della tradizione bensì domandano relazioni e convincimenti nuovi, di una dimensione umana protagonista nel bello e brutto.
Episodi dolorosi colpiscono e atterrano, ma...Ecco il bisogno di una ricerca più introspettiva e meno chiacchierata, di un’indagine interiore e non materialisticamente affidata, di un senso di vita che dona speranza e luce: il ritorno alla gioia del credere e del ritrovarsi in un gesto di fede che supera gli schemi temporali in una prospettiva che è di respiro infinitamente più ampio rispetto: soprattutto per i giovani che ‘cercano’, oltre i cambiamenti.