#351 - 11 maggio 2024
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
curiosità

Fichi secchi

di Nicola Bruni

Torna d’attualità, in tempi di “vacche magre”, l’antica metafora delle “nozze coi fichi secchi”, risalente a un’epoca in cui i fichi secchi erano diffusamente un cibo da poveri. Si può riferire a ogni pretesa di fare qualcosa di importante con risorse inadeguate.

Nella scuola, per esempio, è applicabile ai reiterati propositi governativi di restituire dignità alla professione docente, migliorare la qualità dell’insegnamento, incentivare il merito. Domanda ricorrente: “Con quali mezzi?”. Autorisposta: “Coi fichi secchi”.

Fichi secchiFichi secchi

Le “nozze coi fichi secchi” più famose della nostra storia furono quelle celebrate “in forma dimessa” a Roma tra il principe ereditario Vittorio Emanuele III di Savoia e la principessa Elena Petrovich del Montenegro, il 24 ottobre 1896.
A bollarle in modo così spregiativo fu un giornalista dalla lingua biforcuta, Edoardo Scarfoglio, il quale insieme con la moglie Matilde Serao orchestrò, sul quotidiano di Napoli Il Mattino, una campagna denigratoria contro quel matrimonio che elevò a Regina d’Italia una “contadina”, figlia di un “sovrano pastore”.

Fichi secchiFichi secchi

Ciononostante, come racconta Cristina Siccardi nel libro “Elena, la regina mai dimenticata” (Ed. Paoline), il successo di quella regina fu “grandissimo”. Piacque agli italiani la semplicità della nuova sovrana, che d’intesa con suo marito, appena salito al trono, smantellò il sontuoso apparato di corte e impose un regime di sobrietà nella vita della famiglia reale. Per la quale, spesso, era lei stessa a servire in tavola, dopo aver personalmente cucinato le pietanze preferite.
Insomma, grazie alla regina “campagnola”, tra i pochi meriti del re Vittorio Emanuele III (1900-1946), gli va riconosciuto quello di aver introdotto l’etica dei fichi secchi nel più alto palazzo del potere, dando con ciò un buon esempio ai suoi sudditi.

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