#351 - 11 maggio 2024
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Cultura e Società

La rivoluzione di aprile

che liberò l'Italia e le donne
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di Nicola Bruni

La celebrazione della data simbolica del 25 aprile serve a ricordare che nella primavera del 1945, per merito anche di quegli italiani che avevano combattuto i nazifascisti con le armi o la resistenza disarmata, il nostro popolo fu liberato da sei gravi calamità non naturali: dalla guerra, dalla dominazione tedesca, dalla dittatura fascista, dalla divisione del Paese in due Stati (come quella che, per punizione, fu imposta alla Germania), dalla persecuzione assassina degli ebrei e principalmente - sotto il profilo della storia - dalla plurimillenaria discriminazione giuridica delle donne.

La rivoluzione di aprile

Il 25 aprile del 1945 fu proclamata l'insurrezione generale delle forze armate della Resistenza nell'Italia del Nord che costrinse i nazifascisti alla resa prima dell'arrivo delle truppe "alleate".
In quel periodo, tornava per gli italiani la speranza in un avvenire di pace, di libertà, di democrazia, di uguaglianza dei diritti, di giustizia e di progresso.
Il Nord Italia (dolorosamente amputato dell’Istria e della costa dalmata, e separato da Trieste fino al 1954) si riuniva al Centro-Sud, dopo la secessione attuata da Mussolini con la Repubblica Sociale Italiana.
Si avviava la ricostruzione del Paese dalle immani rovine della guerra, e il suo risorgimento economico dalla miseria in cui era precipitato.

La rivoluzione di aprile

Le donne conquistavano il diritto di voto e di elezione nelle assemblee rappresentative: primo passo verso la completa liberazione dallo stato di inferiorità a cui le aveva sempre costrette la società maschilista, e che le leggi fasciste avevano aggravato.
Si preparavano le prime elezioni a suffragio universale, cioè con uguale diritto di voto per tutti i cittadini maggiorenni: maschi e femmine, ricchi e poveri, colti e analfabeti.
Si progettava il referendum che avrebbe deciso il passaggio dalla monarchia alla repubblica.
Si cominciava a studiare una nuova Costituzione, ispirata agli ideali democratici della Resistenza, e che poi avrebbe adottato tre princìpi rivoluzionari rispetto allo Statuto Albertino:
-la sovranità appartiene al popolo, non ad un "sovrano" proprietario dello Stato;
-tutti i cittadini - comprese finalmente le donne, discriminate in passato perfino dalla Costituzione della Repubblica Romana di Mazzini - hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge; quindi, non ci sono più “nobili” privilegiati per nascita;
-l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
A partire da quella rivoluzione democratica, nei 79 anni trascorsi l’Italia ha compiuto enormi progressi, anche se non tutto è andato nel verso giusto e secondo le speranze di allora.

La rivoluzione di aprile

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