La famiglia come valore
Jannik Sinner
di Amanzio Possenti

Il grazie che Jannik Sinner - il super campione di tennis, subito dopo la vittoria nel torneo australiano - ha rivolto ai genitori ha commosso (e sorpreso) molti. Sentire un figlio, che in un momento di gloria sportiva, rilascia pubblicamente un così convinto ringraziamento ha fatto capire a milioni di telespettatori che il valore della famiglia è incommensurabile e si rivela sopra ogni altra considerazione, anche in un agone vincente.
Se fa piacere ascoltare il grazie di un figlio alla ribalta mondiale, è significativo cogliere in quel dire immediato il senso di una attenzione speciale. I genitori diventano persone autentiche il cui peso educativo  emerge assoluto.  
Bello e solido  è anche il segnale in chi ascolta -  tifoso, amico, spettatore, uomo qualunque - poiché  la spontaneità  del grazie mentre  coinvolge  il  cuore proietta  a vette elevate la poesia semplice del riconoscimento.   
Dolcezza e delicatezza di sentimenti si incontrano e rammentano che genitorialità è forza di famiglia e segno di speranza nonché condivisione perenne di valori, nella naturalità di un affetto sincero, soprattutto espresso da una voce giovane che attesta la normalità del grazie.
Non   si tratta di esaltare il gesto bensì di accoglierne lo stimolo esemplare in una società affetta dalla  malattia della insofferenza ed incapacità di  dare senso esplicito ai valori. I genitori rappresentano molto di  più dei  numerosi sacrifici offerti ai figli, sono la prova  della gioia di vivere nella famiglia  la ragione-base della quotidianità. 
Sinner lo testimonia in preziosa partecipazione.
