Buon segno
di Amanzio Possenti
Nel continuo misurarsi su chi ha maggiore ‘appeal’ sugli elettori - tramite consultazioni a date precise (come le recenti amministrative) o sondaggi - la lotta politica si manifesta come esperienza ineludibile di scontro: non bastano numeri né percentuali a fornire un quadro chiarificatore sul rientro delle polemiche, si perpetuano: ‘ho vinto io’, ‘no, la tua non è una vittoria...’ ,‘ guardate bene, non è prevalso nessuno...’.
Stavolta, dopo gli ultimi ballottaggi, un accordo, almeno verbale, si è visto: nessuno ha contestato la vittoria del centrodestra. La segretaria Pd ha ammesso: ‘Sconfitta’. Interessa sottolineare questa affermazione non per il dato politico evidente quanto perché, a memoria, una dichiarazione simile e secca non si era sentita. No, dunque, a giri di parole.
E’ un buon segno? Chissà che porti...bene, ovvero serva a guardare alle situazioni politico-partitiche con animo nuovo, obiettivo, senza i mille ’se’ e i mille ’ma’ che le affliggono da sempre. E soprattutto consenta di rivalutare ragione e buon senso solitamente trascurati nelle analisi post-voto. Decisivo il vantaggio che il clima delle polemiche continue comporta a fronte dell’assedio costante alla ’irrealtà’ di valutazioni strumentali.
Si spera che torni il sereno non solo nei confronti dialettici – quasi sempre inidonei a sgombrare il campo da chiacchiere logorroiche - ma anche fra gli spettatori-elettori, soggetti ad ascoltare parole che talvolta umiliano la verità e accecano la ricerca del bene comune.