#323 - 4 febbraio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Diario

L'iniziativa del Diario di Conoscenda 2023 - Edizioni Conoscenza
verrà presentato ogni mese - testi e grafiche - sul nostro giornale

Poetesse: Sulpicia

La dotta puella che non cela le passioni e ama la città

Ma giova aver peccato. Mi disturba
atteggiare il mio volto alla virtù.
Si dirà che son degna di lui, e lui di me”

Seppur all’ombra di un poeta, in quanto la sua opera letteraria è contenuta nel terzo libro del celebre Corpus attribuito al più celebre poeta elegiaco Tibullo, giunge fortunatamente a noi la figura della poetessa Sulpicia (I sec. a.C.), che può essere definita la Saffo romana e che rappresenta l’unica voce femminile della poesia latina di età classica.

Poetesse: SulpiciaPoetesse: Sulpicia

Sappiamo che apparteneva all’alta società romana; figlia di un celebre oratore, Servio Sulpicio Rufo, e di una donna appartenente alla gens Valeria, sorella di Messalla Corvino, protettore dei poeti elegiaci, tra cui Ovidio e Tibullo. La sua appartenenza alla classe aristocratica le consentì di frequentare insigni intellettuali e la sua attività letteraria si colloca in seno al circolo di Messalla Corvino.

Sono giunte fino a noi undici brevi elegie che costituiscono il “ciclo di Sulpicia e Cerinto”. I primi cinque componimenti celebrano la bellezza di Sulpicia, il suo essere una docta puella, e il suo amore per Cerinthus (forse Cornutus, amico di Tibullo), e sono da attribuire con ogni probabilità a un poeta del circolo di Messalla Corvino. I restanti sei componimenti sarebbero, invece, attribuibili con maggiore sicurezza a Sulpicia.

Con versi molto eleganti, la poetessa canta con coraggio, convinzione e un pizzico di ribellione il suo amore per il giovane Cerinthus secondo i topoi della poesia elegiaca: l’infedeltà dell’amato che la tradisce con un’altra donna (per giunta di bassa condizione sociale), la malattia d’amore, il dolore per la lontananza dall’amato.

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit è realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessità di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidarietà tra singoli e le comunità, a tutte le attualità... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicità e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Alcune fotografie e immagini presenti sono tratte da Internet e Face Book , e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori fossero contrari alla loro pubblicazione, possono segnalarlo a dantefasciolo@gmail.com in modo da ottenerne l'immediata rimozione. Buona Lettura a tutti. grazie.