#317 - 29 ottobre 2022
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Editoriale

C'è un nuovo interesse per i Borghi : è un buon auspicio.

...che non vi sia rimpianto, per la dimenticanza.

Cucuzzolo

di Dante Fasciolo

Ci sono molte interpretazioni di cucuzzolo,
o cocuzzolo, termine popolare più accessibile.
Per chi è un po’ zuccone, ecco che la testa
diventa cima del cocuzzolo, e così è il cappello…
come ricorda quello di Renzo nei Promessi sposi.
Pronunciare il temine cocuzza non è poi così negativo,
se nella ricerca delle effigie di teste
si identificano cocuzze sonanti monete.
Ma anche le sommità di edifici sono cocuzze,
e che dire delle cime dei campanili?

Tuttavia, sono altri i cocuzzoli che amo,
quelli più spontaneamente ricordati:
i cocuzzoli della montagna, immortalati
dai versi spensierati di un allegro cantante.
I cocuzzoli innevati in gara con le bellezze
azzurre di cieli profondi e nuvole bizzose;
o coperti di verdeggianti alberi,
artistici pennelli che danno forma ai rilievi
e segnano i confini della terra,
gelosi custodi di storia, natura e valori.

Ancor più amo i cocuzzoli abitati:
i cento e cento piccoli borghi arroccati,
abbracciati alle rocce più alte e scoscese,
baluardi di territori cuore e amore
per secoli abitati da unità familiari identitarie,
catene di dedizione e lavoro: festa e fatica,
dolore e speranza… anno dopo anno.
Antiche pietre, prime a spuntare oltre le nebbie,
sollecite a salutare il sole sorgente,
ultime a catturare il calore dei rossi tramonti.

Siamo in tanti a canticchiare
il cocuzzolo della montagna, ma pochi ad occuparci
veramente di questo candito merletto
che punteggia le nostre valli e le nostre montagne…
che non vi sia rimpianto, per la dimenticanza.

Cucuzzolo

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