#312 - 30 luglio 2022
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Teatro

Shakespeare

interpretato da Fausto Paravidino

di Amanzio Possenti

A distanza di secoli e dopo migliaia di testi scritti in tutto il mondo su William Shakespeare - autore il più frequentato insieme a Bibbia e Dante - è segno di ininterrotta sensibilità culturale reimbattersi oggi nel poetico universo teatrale del sommo genio inglese: e sapere che la riproposta parte da un attore-commediografo italiano, Fausto Paravidino, riempie di orgoglio e di sorpresa. Cos’altro si potrebbe dire di nuovo e di originale, ,teatralmente parlando, di un Autore sommo e ineguagliato? Eppure a Paravidino l’impegno è riuscito - e molto bene - non foss’altro come ha dimostrato nell’anteprima del suo testo-spettacolo: ’Shakespeare (ma non solo)’, proposto all’aperto sullo splendido sagrato-piazza della chiesa nel paese natale di Rocca Grimalda(Al), in attesa di essere portato sulle scene dei teatri italiani ed europei. Spettacolo seguito con interesse da un pubblico invitato dal Festival piemontese ’Attraverso’ e dal Comune di Rocca Grimalda, auspice il sindaco-artista Enzo Cacciola.

Shakespeare

Balza fuori uno Shakespeare dal linguaggio sorprendente, ricco di sceneggiatura e di ritmi pre-cinematograficiadove i colpi di scena vanno oltre la storica trilogia aristotelica ( , tempo, azione) per posizionarsi nell’umano groviglio dei sentimenti che vincono la tradizionalità e prevedibilità delle attese, sconvolgendo ipotesi e progetti, tragici o soltanto narrativi, consolidati e tramandati da secoli, da Eschilo ed Euripide in giù. Dunque un Autore - sostiene Paravidino - che ha scelto di’ piacere al pubblico’, per e con il quale ha aperto un secolare colloquio ardito e ultra spazio-temporale che cancella, complice il teatro elisabettiano, l’ortodossia scenica di una visione di fissità per sperimentare le strade lungo le quali l’uomo grida, scopre, ama, odia, soffre, sollecita, spera, tende, si scontra, si innalza o atterra, in definitiva lo sviluppo dell’eclissi umana.

Ma Paravidino dice e scopre di più: individua, oltre alle caratteristiche curiose, diremmo oggi ‘ alla Hitchcok’, degli avvii-prologo delle opere shakespeariane, (da Ednrico V° ad Amleto, da Sogno di mezza estate a Giulietta e Romeo), la singolarità della presenza del perdono(ad esempio nei profili dei personaggi Proteo e Valentino). Che si tratti di scelta religiosa, oppure laica o soltanto teatrale, è da studiare ma resta forte e ripetuta quella cifra linguistica e umorale.
E’ sicuramente un testo teatrale, questo di Paravidino - estrazione culturale genovese, vita di lavoro a Roma, con due attrici (tra cui la moglie) entrambe ’cooprotagoniste’ dello spettacolo a Rocca Grimalda,nel quale Paravidino è mattatore – che sollecita, richiama e coinvolge, proponendosi – sulla scia dell’opera immortale del grande Inglese - di farci amare ancor di più li valore culturalmente eccelso e imperituro del teatro.

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