#301 - 19 febbraio 2022
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Attualità

Stucchevole dibattito alla periferia del Covid

L'incapacità di ragionare con pacatezza

Tempo di buonsenso

di Amanzio Possenti

Le vicende del green pass fra contestazioni e approvazioni, comportamenti estremistici e doverose risposte al sostegno vaccinale, scelte per la obbligatorietà e aperte o larvate dichiarazioni anti, raccontano un’Italia qua e là immatura e inquieta, incapace di valorizzare convintamente e chiaramente il criterio del vaccino quale mezzo indispensabile nella lotta al coranavirus.

Certo, ci sono state purtroppo disinformazioni che hanno generato confusione , ma non si può non plaudire alla crescita costante verso la immunità di gregge, perseguita pur se non ancora raggiunta.
L’azione governativa e sanitaria nei confronti dei negazionisti, i perplessi o i supertimorosi è ampia e continua nell’intento di raggiungere l’obiettivo della vaccinazione pressocchè totale, anche per combattere le rischiose varianti.
Compare un’Italia strana o double face, chiamiamola così eufemisticamente, fra estremisti che, complici i social, soffiano sul verso sbagliato e illegale e tutti gli altri cittadini che, senza creare disuguaglianze al loro interno, pronti al vaccino o già sperimentatori con esito felice, desiderano tornare alla normalità senza subire eventuali e traumatiche conseguenze di contagio.

Purtroppo si segnalano qua e là, soprattutto nelle grandi città, episodi o tensioni che interrompono il clima di un Paese che vuole uscire, e si impegna, nel rispetto di tutte le normative, ad abbandonare, grazie al vaccino somministrato, la gabbia frustrante, pericolosa e ancora mortale del covid.
Il vaccino è essenziale per la salute singola e di tutti, esige rispetto e somministrazione: strumento insostituibile, non deve né può diventare oggetto di polemiche pregiudiziali, stante la sua carica di ‘servizio’ alla salute generale.

Riesce incomprensibile apprendere di medici o personale sanitario - megaminoranza - in posizione antivaccino, a fronte della maximaggioranza impegnata con dedizione sul fronte delle cure, così come si fatica a capire la scelta contraria al vaccino di (pochi) docenti che devono entrare a contatto con gli studenti. Salvo poi leggere di casi di novax estremi, che, colpiti dal virus, si sono pubblicamente ’rimangiati’ le contrarietà precedentemente espresse.

Infine la domanda: quanto gioca certa ‘politica’ in taluni comportamenti (censurabili) che mettono insieme il novaxismo contro le scelte statuali?
Le esperienze di questi tempi da virus-presenza invitano tutti a ragionare più responsabilmente sugli accadimenti evitando di dare spazio agli eccessi, affinchè, con l’aiuto inestimabile del buon senso e accogliendo le indicazioni dell’ok convinto al vaccino e al green pass, si perseguano e si raggiungano obiettivi di comune interesse sociale, per il bene di tutti.

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