#118 - 2 febbraio 2015
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Editoriale

Scarponcini o mocassini

di Dante Fasciolo

Abbiamo un nuovo Presidente della Repubblica,
una figura che in molti sinceramente riconoscono
come personalità di alto profilo sotto ogni aspetto.

Sicuramente adempirà ai suoi compiti istituzionali
e il suo lavoro sarà prezioso per la collettività.

Renzi ancora una volta è riuscito a portare a termine
anche questa non facile soluzione
e gli va dato merito che il suo variegato attivismo
ha permesso di rimuovere molte incrostazioni politiche
ostacolo al suo cammino riformatore.

La ruvidezza con la quale si è mosso più volte
lo tinge di una pennellata di prepotenza,
e spesso il suo passo da corsa appare arrogante,
anche se mitigato da una certa simpatia.

I rapporti col Nazareno si sono fatti duri,
anche con la maggioranza di governo c’è tensione,
ora il cammino delle tante cose avviate e da condurre a termine
si fa più scivoloso e problematico
poiché anche le cose giuste
trovano sempre i soloni della perfezione più perfezione
e le indicazioni rischiano il blocco.

Momento difficile, dunque, che reclama accortezza
da chi governa il Paese, senza rinunciare
alle prospettive che sono in campo e annunciano
finalmente che il carro si muove nella direzione giusta.

Dunque, a Renzi mi sento di chiedere prudenza,
ha indossato finora scarponcini pesanti
e ha pestato più di un piede d’intorno,
ora deve indossare mocassini, a avviare i suoi passi
con leggerezza, come in una danza
capace di avvolgere e coinvolgere i più.

Solo così potrà evitare scontri e dinieghi
e restituire al contempo alla classe politica
una dignità autentica, ora sperduta
tra le secche degli interessi personali
e le ripicche di un passato da dimenticare.

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