#273 - 31 ottobre 2020
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Arte

Roma - Palazzo Merulana 6/29 novembre

Roberta Meldini

Plastica linearità e sinuosa tridimensionalità

Mostra retrospettiva a cura di Brigida Mascitti

In occasione del novantesimo anniversario dalla nascita, Palazzo Merulana presenta la prima mostra retrospettiva dedicata all’artista Roberta Meldini, scultrice e disegnatrice scomparsa nel 2011, protagonista di rilievo nel panorama artistico della seconda metà del Novecento.

Roberta Meldini

Dal 6 al 29 novembre, in esposizione una selezione di oltre 50 opere – 16 tra sculture in bronzo, cemento, e terracotta e 36 tra dipinti, grafica incisoria e disegni a linea continua – rappresentativa della produzione artistica che, partendo dai primi anni ‘70, giunge alla fine degli anni ‘90 del XX secolo, sebbene l’opera omnia dell’artista abbia coperto l’arco cronologico di cinque decenni, dagli anni Cinquanta ai primi anni 2000.

Roberta Meldini

In mostra tre delle tematiche predilette dall’artista. Le donne: le sue sinuose figure monolitiche sono raffigurate isolate, nelle pose più disparate – distese, sedute, in piedi – o in contesti naturalistici incontaminati dal carattere fiabesco; i ritratti di persone vicine all’artista o personaggi sconosciuti, appartenenti ai più disparati ceti sociali; infine gli animali, soggetto “umanizzato e tipizzato”, molto caro a Roberta Meldini: i suoi bronzi, come lo Chant Clair, il Pavone, la Tartaruga, il Camaleonte ed il Cormorano morente, sono tanto eloquenti e a sé stanti quanto lo sono gli animali che vivono nella natura incontaminata nella quale la Meldini ambienta la sua produzione grafica, incisoria e a linea continua.

Roberta Meldini

Le diverse anime dell’artista, come sottolinea la curatrice della mostra Brigida Mascitti, sono presenti attraverso il comun denominatore dell’“elogio alla vita”, in qualsiasi forma di espressione – umana, animale e naturale dunque – e mediante la peculiare cifra stilistica della Meldini, nella sua costante ricerca di un segno originale e distinto, ma al contempo memore della produzione scultorea figurativa nazionale – Giacomo Manzù, Marino Marini, Emilio Greco, Venanzo Crocetti – ed internazionale – Henry Moore e Constantin Brancusi – del primo Novecento.

Roberta MeldiniRoberta Meldini

“Le opere della Meldini, siano esse scultoree o dipinte, incise o disegnate a linea continua, mostrano tutte la medesima ieraticità plastica, la forza espressiva del gesto, del pensiero, del sentimento, la sinuosità viva della carne – scrive la curatrice nel testo in catalogo – sono figure sorprendentemente umane e vitali, memori della grande tradizione della scultura classica e novecentesca ma sempre reinterpretate alla luce di una personalissima cifra stilistica che le rende uniche nel loro genere e senza tempo”.

Roberta Meldini

Allieva dei grandi della tradizione figurativa novecentesca – Michele Guerrisi e Domenico Purificato tra tutti – Roberta Meldini infonde, nella sua produzione artistica, le tracce dell’arcaico e dell’antico, del Quattrocento e del Rinascimento, dell’innovazione di Auguste Rodin e dell’espressionismo di Medardo Rosso, reinterpretandole costantemente alla luce della contemporaneità e dell’innovazione. Le sue sono opere senza tempo poiché, come scriveva Adolfo Wildt, “l’arte, come la vita, non è né avanti né indietro […] non è istintività, ma esercizio, un modo di declinare un linguaggio che ha leggi eterne” ( L’arte del marmo, 1921).

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