#115 - 22 dicembre 2014
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerŕ  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo č cosě alto da giustificare metodi cosě indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il piů piccolo degli animali č una delle piů nobili virtů che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerŕ a massacrare gli animali non conoscerŕ  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo č il piů crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si č capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Cinema

Lo Hobbit- La Battaglia delle Cinque Armate

Del viaggio, meglio il ritorno a casa

di Giada Gentili

Per recensire “Lo Hobbit- La battaglia delle Cinque Armate” avevo pensato di dividere l’articolo in due parti: una per chi ha letto il libro e un’altra per chi non ne ha neanche mai sfogliato una pagina. Poi però ho pensato che un film non si può giudicare sulla base della bellezza del libro (neanche nel caso del maestro J.R.R. Tolkien, no) quindi ho cercato di tirarmene fuori partendo però da due presupposti sul quale noi tolkeniani siamo tutti d’accordo:

1- Sminuzzare la storia in tre film è stato come allungare il caffè con l'acqua, si perde tutto il gusto

2- “Lo Hobbit” non ha nulla a che vedere con la rivoluzione estetica cinematografica de “Il signore degli anelli”, anche perché pure il sublime e etereo Legolas appare più brutto nella nuova opera di Peter Jackson.

Lo Hobbit- La Battaglia delle Cinque Armate

Asserito questo possiamo discorrere della forma del pacchetto: Jackson e le sue potenti telecamere da 48 fotogrammi al secondo ci sanno fare, mica no. E’ Smaug, il vecchio drago delle miniere di Moria, ad aprire le danze de “Lo Hobbit- La battaglia delle Cinque Armate”, lo spettatore si sentirà immediatamente travolto dalle fiamme e dai colpi di coda della bestia che attacca la città. Riprese magistrali, potenti, un vero tripudio di cinema fantasy. Segue poi la parte più debole del film: la follia in cui viene trascinato il nano Thorin reso pazzo dall’amore per l’oro delle miniere. L’inesorabile discesa causata dall'Unico Anello che portò Gollum, poi Bilbo, poi Frodo verso l’abisso ne “Il signore degli anelli” raccontata con toni angoscianti, drammatici, un fardello da sopportare pesino per lo spettatore, in questo caso è ridotta ad un giochino d’espressioni. Thorin è prima Brontolo, poi Cucciolo: si lascia sedurre dal potere e rinsavisce con la velocità con cui decidiamo di metterci a dieta finiti i vari cenoni natalizi.

Lo Hobbit- La Battaglia delle Cinque Armate

Si passa alla classica guerra epica condita da momenti di puro pathos: durante la Battaglia a Jackson si può rimproverare poco o niente, tranne forse il fatto di aver ripetuto a memoria il compito straordinariamente svolto ne “Le Due Torri” al Fosso di Helm. E’ nelle parte finale quando si torna a guardare “Un panorama familiare” che agli appassionati si potrà stringere il cuore, quando riguarderanno, ancora una volta, la morbida silhouette della Contea, il cielo azzurro, il buco in cui vive “Lo Hobbit” e quando, nell'ultima scena, il tocco da maestro farà arrivare il groppo in gola ai più nostalgici. Peccato per questo viaggio sprecato e peccato che più di ogni altro viaggio cinematografico il momento più bello, in questo caso, sia stato quello del ritorno a casa.

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