#230 - 17 novembre 2018
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Influenze

di Giuseppe Sanchioni

Visto che è periodo voglio parlare di influenze. Ma non di quelle che ci fanno tossire e consumare tonnellate di fazzoletti, che si prevengono col vaccino e si curano restando a casa al calduccio, bensì di quelle che si prendono andando a zonzo sui vari blog di Internet.

Si, perché Internet, dopo i luoghi affollati e anche Internet è decisamente affollata, è il posto di più facile contagio di influenze da parte di quei nuovi personaggi che sono gli influencer, cioè quelle persone, novelli untori, che a causa di un più o meno ampio seguito di pubblico che pende dai loro blog hanno la capacità di influenzare i comportamenti di acquisto e non solo dei consumatori sfruttando il loro presunto carisma e la loro presunta autorevolezza in determinate materie non certificata da nessuno, propalando prodotti consigli mode e diete non richieste a chi li segue.
Tutto questo lautamente foraggiato dai fornitori di materiale da pubblicizzare.

Il contagio subdolo comincia con il rovistare nel sito per ore, guardando tutto quello che viene presentato e ascoltando tutto quello che viene detto. E rimanere in casa al calduccio non serve a guarire, anzi peggiora la malattia. Se si rimane in casa per giorni si rischia di avere molto tempo da passare sui siti di commercio online a spendere per sostenere l’economia degli altri.

Sappiamo che per sviluppare una nuova medicina servono anni di studi e sperimentazioni e quindi, nel tentativo di proteggere ed anzi migliorare la specie umana, sarebbe utile cominciare a studiare un vaccino contro questi simil-virus, forse più pericolosi dei virus degli hacker, anche perché si sa che a infezione avvenuta gli antibiotici non sono efficaci.
Stavo pensando ad una APP antivirus dell’influencer, che potrebbe funzionare così. Appena vieni a contatto con il virus, cioè vieni a contatto con un blog e pensi di essere stato contagiato, perché ti viene voglia di comprare qualcosa di sicuramente inutile quanto costosa o hai ascoltato qualcuno che si ispira ad Attila pur di far piazza pulita del resto del mondo o vuoi cominciare una dieta a base di peperoncini glassati nello zucchero per aiutare il pancreas oppure ti viene voglia di fare un viaggio nelle isole della Polinesia col pedalò, allora prendi rapidamente lo smartphone, avvii l’APP e appoggi l’apparecchio sul braccio nello stesso punto dove lo scorso autunno hai fatto il vaccino per l’influenza. Perché è risaputo che quello è il punto in cui l’efficacia e l’assorbimento dell’antivirus è maggiore. Poi se dopo qualche giorno i sintomi continuano perché vedi che i corrieri consegnano ancora cose inutili comprate online significa che è necessario applicare una dose di richiamo, come si fa per l’antitetanica.

Certo il virus è estremamente mutevole e quindi sarà necessario sviluppare molte APP, una per ogni tentazione di ogni blog. Bisognerà essere sempre aggiornati, e scaricare sempre le nuove APP per i nuovi blog che verranno creati.
Altrimenti il decorso della malattia diventerà grave e la prognosi rischierà di diventare infausta. Soprattutto quando avrete finito i soldi su PayPal per gli acquisti online.
Chissà se le ASL sono pronte a fronteggiare questa emergenza?

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