#227 - 28 settembre 2018
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Tempi...moderni?

Classifiche

di Giuseppe Sanchioni

Uno dei temi caldi di questa estate, oltre al clima con le sue trombe d’aria e i suoi fulmini, è stato il ritorno da parte delle autorità alla vecchia definizione di Padre e Madre sui documenti al posto degli attuali Genitore 1 e Genitore 2 oppure Genitore A e Genitore B.
Mi pare giusto: in fondo si trattava di sanare un’ingiustizia. Chi si poteva permettere di decidere qual era il Genitore numero 1 oppure quello di serie B? E il Genitore così definito da un estraneo come si sarebbe sentito? Che fine avrebbe fatto la sua autostima? Quante depressioni avrebbe causato? E invece così è tornato tutto come prima, con dei ruoli stabiliti e delle definizioni chiare.
Anche se a ben vedere fra uteri in affitto, con e senza equo canone, madri surrogate, padri assenti, embrioni surgelati in azoto e bimbi che appena nati vanno subito vaccinati contro l’influenza, fecondazioni eterologhe e avanti fantasticando le cose si sono complicate assai.
Intanto sarà necessario avere carte d’identità elettroniche sempre più capienti, con microchip da almeno 1 gigabyte oppure DVD Blu-Ray per poter annotare tutti gli eventuali genitori, col loro personale contributo molecolare, di questo albero genealogico che ormai è diventato una sequoia gigante. Oggi un figlio è il prodotto di un lavoro di squadra.

È caduto un altro mito del passato, quello che sosteneva che la madre è sempre certa. È un segno dei tempi incerti che viviamo.
In pochi lustri siamo passati dagli orfani, che non avevano i genitori, a quelli che ne hanno troppi e a volte anche un po’ confusi.
Per turbare le famiglie non bastava avere scoperto il DNA e quindi la tecnologia per stabilire se i figli che ti attribuiscono o di cui sei consapevole sono veramente tuoi. Ora li devi pure condividere con una schiera di estranei.
Ma, infine, la domanda che sorge spontanea è: ma qualcuno ha mai chiesto a questi figli se volevano nascere da genitori così classificati?

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