Il balcone
di Dante Fasciolo
Oggi chi cerca casa pensa alla grande terrazza,
simbolo di distinzione, anche se le stanze
sono sempre più piccole e i soffitti sempre più bassi.
Un tempo non lontano però ad una casa comoda
si affiancò un di più…il balcone...un optional diremmo,
entrato nel vanto sociale ed architettonico,
tale da essere considerato un lusso pratico
da prevedere in ogni umile casa di ogni più remoto paesino…
e, complice il balcone, con quale sussiego
le comari scambiavano cordiale conversale,
- e a volte, con quanto sdegno o ira o passione –
parole di risentiti pettegolezzi o invettive.
Ma se al tempo il balcone ha perduto questo afflato,
un altro ne ha conquistato di carattere politico.
E’ tipico dei dittatorelli sudamericani
affacciarsi al balcone e arringare le folle plaudenti,
promesse rassicuranti, azioni inconcludenti
spesso sfociate in lotte e rivoluzioni nefaste;
e così è in Asia e in Africa…
il fascino di vedere sudditi dall’alto…
Anche dalle nostre parti il fenomeno alligna bene,
piccoli gerarchi autoritari e dispotici
armati di parole “voglio†e “pretendoâ€
applicano un “carpe diem†miracolosamente piovuto
e piegano ingenue masse alle loro congenite incapacità .
Non sono Duci…non ne hanno la statura..
ma al loro grido scandito dal balcone:
“rappresentiamo undici milioni di elettori…!â€
già si alza un’eco sinistra: “…otto milioni di baionette !†…
e come siano finiti quegli applausi
tristissime pagine di storia raccontano.