#217 - 28 aprile 2018
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarr in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N 354 GIOVEDI' 1 AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c' la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Televisione

Televisione...gioia e dolore!

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Il programma giornalistico Report è veramente una preziosa miniera di informazioni.
Fino a qualche giorno fa nulla sapevamo - lo confessiamo imbrattandoci il capo di cenere – dell’esistenza, su scala mondiale, di un sedicente movimento Transumanista, presente anche in Italia, che mescola, nelle proprie linee programmatiche, istanze nietzschiane a protesi cibernetiche al fine di superare, o almeno di sfilacciare, i limiti corrivi impostici frettolosamente da madre natura.

Sembra di sentirlo, quel geniaccio di Marinetti che, anche questa volta, ci ha visto lungo: “…Noi aspiriamo alla creazione di un tipo non umano nel quale saranno aboliti il dolore morale, la bontà, l’affetto e l’amore, soli veleni corrosivi dell’inesauribile energia vitale, soli interruttori della nostra possente elettricità fisiologica. Noi crediamo alla possibilità di un numero incalcolabile di trasformazioni umane e dichiariamo senza sorridere che nella carne dell’uomo dormono delle ali”.

Nel corso del servizio un giovanotto svedese, tale Hannes Sjobland, qualificato come biohacker, spiega, con l’ausilio di grafici, come l’uomo sia intrappolato in una sorta di gabbia percettiva e come, grazie alla tecnologia, possa venirne fuori.
La nostra fugace impressione è che questa evasione cyborg così perentoriamente auspicata sia una mera illusione: la quota percettiva assegnataci dal padreterno non può essere elusa, tuttalpiù amplificata.
Possiamo, e lo stiamo facendo da un pezzo, allargare a dismisura le pareti della gabbia. Ma nessuna liberazione: al massimo, la speranza di un indulgente condono edilizio ma, anche qui, è da vedere.

E di Liberazione si parla molto proprio oggi - ma con la maiuscola - mentre ci accingiamo a queste righe. E’ il 25 aprile: mancano otto mesi a Natale, ha osservato poc’anzi un comico mordace. Il nostro interesse per questa data – lo confessiamo ma senza imbrattarci, questa volta – più che etico o politico è cinicamente antropologico: è straordinariamente interessante scoprire che anche oggi come in antico, un popolo avverta il bisogno istintuale di aggregarsi attorno ad un mito di fondazione sacralizzandolo con cerimonie e discorsi giaculatori e identificandovi con protervia la propria origine o la propria rinascita.
Dal canto nostro, ci piace affidare un improvvisato omaggio al memorabile giorno, che già va declinando incontro alla notte lustrale, ad un frammento visivo tratto dal celebre film di Totò “I due orfanelli”, pescato nel mare magnum di youtube e di cui indichiamo, per chi lo desideri, il necessario link: https://www.youtube.com/watch?v=RLPQpscvens .

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Un pensiero di simpatia e di gratitudine corre al ricordo di Isabella Biagini scomparsa dieci giorni fa. E’ stata per molti anni una versatile diva del piccolo schermo per essere poi distrattamente dimenticata. Ha concluso la sua vita, a quanto si dice, in uno stato di indigenza, come capita non di rado alla gente dello spettacolo.

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