#213 - 17 marzo 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerà  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Humour (non sempre) per riflettere

Bang

di Giuseppe Sanchioni

Niente paura, non voglio parlare della teoria del Big Bang, quello con le B maiuscole, argomento per me troppo difficile dal punto di vista fisico - astronomico – filosofico - esistenziale, bensì del molto più banale bang quotidiano, quello di provenienza fumettistica e tutto minuscolo.
Infatti, non passa settimana che non ci sia negli USA una bella sparatoria con relativi morti e feriti. Sembra quasi che sia necessaria, forse per non perdere l’allenamento o la mira. Ultimamente vanno molto di moda le scuole ma non vengono disdegnati i centri commerciali e neppure le chiese.

Ma questa è la democrazia, bellezza, e non possiamo farci niente. Lo diceva anche Humphrey Bogart in Deadline.
E qual è la geniale risposta delle autorità della democrazia?
La più scontata: allora armiamo anche gli insegnanti. Che, come si sa, sono protetti dalla democrazia. Protezione che si traduce nell’apposita legge: è il secondo emendamento della Costituzione che regola la libertà di possedere un’arma.
Così per l’eventuale promozione o bocciatura di fine anno, invece di perdere tempo con una ulteriore verifica scritta oppure un’interrogazione orale o addirittura un ricorso al TAR (come si fa nella nostra democrazia, bellezza), si potrebbe facilmente ricorrere a un bel duello fra l’insegnante e lo studente come nei migliori film da Oscar da realizzarsi nel parcheggio antistante la scuola stessa in orario e con le armi da decidere.
Decisione che dovrebbero effettuare i due padrini ufficiali. Suggerirei il preside per il professore ed il rappresentante di classe per lo studente.
E per rispettare la tradizione locale la scelta delle armi la ridurrei alla Colt 45 a tamburo da 6 colpi per i puristi del western oppure il mitra d’assalto M4 da 30 colpi per i più imbranati.
Se poi questa soluzione avesse gli effetti sperati si potrebbe estendere anche alle controversie in altri campi.
Per esempio gli incidenti stradali, naturalmente quelli senza feriti per ovvi motivi. Oppure alle beghe di condominio o alle controversie commerciali coi negozianti. Coniugando insieme velocità di soluzione e risparmi di soldi e tempo nelle aule dei tribunali.

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