#213 - 17 marzo 2018
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
comunicazione

Anche se nell'ultima tornata elettorale sono stati usati in minima parte,
a lungo nel recente passato hanno comunicato progetti e promesse.

Letter@perta

Manifesto murale

di Dante Fasciolo

Hai fatto bella mostra di te,
impiastricciato di ruvida colla, per poche ore;
ti hanno guardato poche persone e di sfuggita,
ed ecco che già ti hanno coperto
con un altro sventurato compagno;
e ancora uno, e uno ancora…
e ti senti soffocare.

Vorresti uscire, respirare un po’,
dire che hai ancora qualcosa da mostrare,
ma non puoi liberarti dalla morsa degli altri
che ti stringono con tenacia,
e tu stesso non molli la presa
per non precipitare in basso accartocciato,
ora che la colla ha perso il suo potere.

Un leggiadro refolo s’insinua tra liberi interstizi,
spazi sparsi lungo i tuoi confini,
e dà respiro al tuo desiderio di libertà,
mentre s’agita la speranza
e tumulti scuotono il labirinto entro il quale
ti hanno cacciato promettendo
onori e successo.

A nessuno sia negata una risurrezione…
Una mano anonima e invisibile,
come un richiamo di lontana memoria
o di un sussulto dell’anima a lungo mortificata,
strappa con ardimento brandelli di carta
e apre ferite profonde
piagate dall’esile eco del tempo.

Ecco, sei tornato alla luce,
una parte di te può ancora, in qualche modo,
brillare al sole, occhieggiare la strada,
la mutilazione ti appare meno dolorosa
poiché condivisa con altri,
e simultaneo il tuo nuovo volto
si appaia ai molti, al pari sfregiati.

Emergono dal bianco macchie colorate,
i rossi e i blu la fanno da padroni,
spezzano, coprono, circondano, confondono
frasi mozzate senza senso,
consonanti e vocali intrecciano immagini nuove:
sbiadite e colme di tenerezza, implorano ora
un perdono per le bugie e gli inganni originali.

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