#110 - 10 novembre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di VENERDI 28 FEBBRAIO quando lascerà  il posto al numero 361. - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Editoriale

Recita a soggetto

di Dante Fasciolo

Scrivo sotto naufragio:
grandine picchia contro i vetri, alberi piegano paurosamente,
tace il rumore delle auto, ma urla la furia della tempesta…
urlano le immagini che vedo scorrere sul televisore:
L’Italia frana, si allaga, perde fisionomia…
terreni e città sepolte da fango…
case crollano, disperazione e rabbia, rimbalzano responsabilità…
promesse a iosa, solidarietà vera di gente di buona volontà,
e solidarietà falsa di politici e amministratori della cosa pubblica,
sfacciatamente copiata alla falsa solidarietà
espressa nelle remote e recenti analoghe situazioni…

In questo stesso giornale troverete riferimenti all’acqua…
l’imputata senza colpe…
la lettera aperta ad una goccia d’acqua reclama riflessione
e i versi di poeti illustri narrano di un’acqua amica.

Ma oggi si fanno i conti materiali e psicologici
che le devastazioni assommano in sé.
Sono conti amari i primi che difficilmente troveranno
soluzioni accettabili né subito né in tempi indefiniti;
persistenti i secondi vieppiù acuiti dall’indifferenza
che già oggi stesso aleggia nell’area della giustizia,
sfuggevole come spesso è accaduto;
e nello spazio della politica che dovrebbe non muoversi
dalla prima linea di combattimento e non lo fa.

Finchè nessuno sarà colpevole delle ripetute tragedie,
finchè nessuno porrà seriamente mano
al degrado delle nostre fragilità geologiche,
finchè politici ed amministratori ricaveranno
gratificazioni e profitti dall’emergenza;
finchè si crederà che il problema non ci riguarda
perché le nostre case hanno fondamenta sicure nella buona terra…
allora, come in passato, anche questa volta
desolazione e disperazione
avranno recitato la loro parte sul palco…
e il sipario, ancora una volta,
scenderà di fronte alla vociante platea
che guadagna l’uscita voltando le spalle.

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