#195 - 10 giugno 2017
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Teatro

Quinta edizione del Festival - in corso con termine 11 giugno

Ascoli Piceno

I teatri del sacro

Nota di Fabrizio Fiaschini - Direttore Artistico del Festival

I teatri del sacroI teatri del sacro

I Teatri del Sacro non è solo un Festival e neppure una semplice vetrina di nuove produzioni.
È in prima istanza un’avventura artistica e culturale dedicata alle intersezioni, sempre più diffuse, fra il teatro, la ricerca religiosa e la tensione spirituale: un ‘corpo a corpo’ libero e sincero con le domande della fede, acceso dall’azione drammatica.
Uno sguardo inedito, che in questi anni si è imposto nel panorama nazionale per l’interesse e la qualità dei lavori presentati, scelti e coprodotti attraverso una lunga e articolata selezione a cui, per questa edizione, hanno partecipato oltre 250 artisti e compagnie provenienti da tutta Italia.

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La novità più evidente di questa quinta edizione risiede senza dubbio nella decisione di spostare il Festival da Lucca (sua sede storica dal 2009) ad Ascoli Piceno, dal 5 all’11 giugno: una città che, nella sua luminosa veste in travertino bianco, si presenta come un vero gioiello segreto di arte e cultura, custode di beni artistici e architettonici di primissima importanza e di una memoria del sacro antica e silenziosa, che ancora risuona nel fitto intrico delle sue ‘rue’ medievali e delle sue meravigliose piazze.

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Oggi, però, Ascoli Piceno è anche al centro di un territorio duramente segnato dai terremoti che hanno colpito le Marche e tutto il centro Italia.
Anche per questo I Teatri del Sacro ha scelto Ascoli Piceno: per dimostrare che, nonostante le prove e le difficoltà, il volto più autentico di quella città e di quelle comunità è ancora il volto della vita, della bellezza e dell’ospitalità, il volto della creatività e dell’innovazione, del desiderio di fare arte e cultura.

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Questo significa per noi essere ad Ascoli: sostenere con il Festival e con l’intensità comunicativa del teatro un processo solidale di rinascita e di ricostruzione culturale che fa di Ascoli e del suo territorio un bene comune da riscoprire e da visitare in tutta la sua vivacità progettuale, nella sua straordinaria capacità di rinnovare con coraggio e determinazione la scommessa con il futuro.

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Come sempre, poi, non saranno solo gli spettacoli vincitori a illuminare la scena ascolana, ma una ricca proposta di eventi e laboratori che coinvolgeranno anche la comunità locale, a partire dalla Casa dello Spettatore, dove si terranno i seminari con il pubblico condotti da Giorgio Testa e gli incontri con gli artisti dopo ogni giornata di spettacoli; e ancora il laboratorio di danza sulle relazioni familiari realizzato dalla compagnia Sonenalè con famiglie ascolane e la performance di comunità di Minimo Teatro sul testo di Processo a Gesù di Diego Fabbri; infine la sezione speciale Fedi in gioco, realizzata in collaborazione con Acec, in occasione delle Giornate Nazionali delle Sale della Comunità: un focus fra cinema e teatro sul tema dei migranti, con il documentario Dustur (di Marco Santarelli) e lo spettacolo Leyla della Tempesta (regia di Alessandro Berti), entrambi ispirati all’esperienza di padre Ignazio de Francesco nel carcere della Dozza di Bologna, e lo spettacolo Questo è il mio nome della Compagnia Teatro dell’Orsa, uno dei vincitori del Bando Migrarti del Mibact.

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