#108 - 20 ottobre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di mercoledi 30 aprile quando lascerà il posto al n° 363 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA - Nasciamo nudi, umidicci ed affamati. Poi le cose peggiorano - Chi non s ridere non è una persona seria (P. Caruso) - l'amore è la risposta ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande (W. Allen) - Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine ed altre che rimangono single per un colpo di genio - Un giorno senza una risata è un giorno sprecato C. Chaplin) - "Il tempo aggiusta ogni cosa" Si sbrigasse non sono mica immortale! (F. Collettini) - Non muoverti, voglio dimenticarti proprio come sei (H. Youngman) - La differenza tra genialità  e stupidità è che la genialità  ha i suoi limiti (A. Einstein). -
Humour (non sempre) per riflettere

Decreto

di Giuseppe Sanchioni

Considerato che è diventato di stretta attualità rottamare e abolire un po’ di tutto, propongo anch’io un’abolizione che mi piacerebbe venisse realizzata. Ma veramente, non come le province o il Senato: l’abolizione per decreto della furbizia italica.

Che sarebbe la furbizia di chi parcheggia in seconda fila davanti all’ufficio postale bloccando una strada per chilometri. Di chi non ti fa la fattura dicendo che così tu risparmi l’IVA ma non ti dice che invece lui risparmia l’IRPEF. Di chi parcheggia col permesso da disabili del nonno morto da dieci anni e di cui continua a riscuotere regolarmente la pensione. Di chi non vuole pagare e ti dice fammi causa sapendo che sicuramente andrà in prescrizione. Di chi fa leggi teoriche e inutili perché quando le applichi ogni caso diventa un’eccezione. Di chi è sempre abusivo, ché tanto prima o poi un condono non si nega a nessuno. Di chi più ha torto e più fa ricorsi, così il brodo s’allunga e il tempo passa. Di chi dice che sabato parte la metro e tu passi tutto il pomeriggio a Centocelle aspettando il treno.

Certo i primi tempi sarebbero terribili e getterebbero nella disperazione moltitudini di italiani che, con anni e anni di esperienza sulle spalle dopo una vita da furbi, non saprebbero come riciclarsi. Ma almeno si creerebbe parecchio lavoro per psicologi e forse anche per psichiatri. Forse si tratterebbe di analizzare un intero popolo.
Per poi, chissà, scoprire che è una questione di DNA e con qualche ricerca i genetisti potrebbero anche trovare i geni coinvolti per poi studiare un sistema per disattivare quelle proteine nelle generazioni future ed evitare ricadute.

Ma no! Cari amici furbi, dormite tranquilli. È stato solo il sogno di una notte di fine estate provocato da qualche talk-show non digerito. Qui siamo in Italia, mica nell’Isola Che Non C’è. E poi sono convito che se anche accadesse, il furbo italico supererebbe se stesso: farebbe il decreto e poi farebbe migliaia di emendamenti per farlo decadere senza neppure preparare i decreti attuativi.

Decreto

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