Scelti da Alessandro Gentili
Gli imperdonabili
A Sibilla Aleramo
Giovanni Boine (1887-1917)
Questo tu brucia le labbra e la carta. Tu per pietà .
Mano inquieta, data come per obolo,
troppo presto risolta.
E il diritto d’un altro
come una muraglia d’ansia.
Son qui steso, torbido di febbre e di limbo.
La mia vita si chiama chiusa, il mio nome é non per me.
Dite tutti addio
quando tremando io dico eccomi.
Ma se anche sogghigneró col viso,
diró nel mio cuore eccomi
fino a morire.