#104 - 15 settembre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrŕ  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerŕ  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč" (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Humour (non sempre) per riflettere

Disoccupati

di Giuseppe Sanchioni

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Ai giardini comunali si ritrovarono come ogni giorno di questi anni dell’Era della Crisi.
C’erano Giovanni il benzinaio, sostituito dalla società con un self-service perché il distributore era troppo piccolo e non si poteva allargare con un’area di servizio con autogrill, ma sempre con il cappellino della società petrolifera.
C’era anche Mario il cassiere, ex impiegato di banca, che aveva fatto domanda di prepensionamento sperando di lasciare il posto al figlio ed era invece stato direttamente sostituito da un bel bancomat quando l’agenzia fu chiusa per evitare il fallimento della banca, ma sempre con la giacca e la cravatta regolamentari.
E poi, nella panchina accanto Franco, il barista della stazione della ferrovia, esodato e sostituito da un distributore automatico di caffè quando il bar della stazione aveva chiuso insieme alla biglietteria, anche lei sostituita da una macchina automatica, ma sempre con la lamentela pronta sul caffè che è una ciofeca rispetto a quello che faceva lui al bar.

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E come ogni mattina passò Abdul, il pulitore di vetri del semaforo, l’unico palesemente in piena attività lavorativa, per andare a riempire il suo secchio di plastica alla fontanella del parco.
“- Ciao signori, anche oggi passate la giornata al sole e vi riposate…”
-Eh, caro Abdul, l’automazione avanza! Ormai in tutti i lavori ti sostituiscono con un robot e ti mandano a casa. Poi si lamentano che non sanno cosa far fare alla gente…”
-“Beati voi. Io purtroppo sono nato sfortunato: nessuno farà una macchina per lavare vetri al semaforo e rimarrò sempre a lavorare qui!”

Potenza della tecnologia.
Si potrebbe dire, parafrasando Lenin: tutto il potere ai robot!

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