#364 - 1 giugno 2025
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 30 giugno quando lascerà il posto al numero 365. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
curiosità

Gian Pieretti, da "Pietre" a Jack Kerouac ed altro ancora

Gian Pieretti

di Roberto Bonsi

C’è un personaggio che ha fatto la storia della musica italiana, ed ancor oggi ha una schiera di ammiratori e di ammiratrici che lo seguono nelle sue varie trasferte canore e nelle sue apparizioni televisive. Ma “bando alle ciance”, come direbbero nella paradisiaca terra di Toscana, ed in altre parti della nostra bella Italia!.

Abbiamo incontrato il cantautore Gian Pieretti, ed egli, quasi come un novello “Cincinnato”, ma senza aver deposto del tutto il suo … “aratro”, vive in un piccolo paese della verde Lomellina. . Siamo nella laboriosa provincia pavese, e qui per l’appunto il Pieretti ha preso dimora pur continuando a fare ancora in modo alacre il suo mestiere, fatto sì di “orpelli”, ma soprattutto di sacrifici..Dal suo cognome si evince la sua radice di “toscanaccio purosangue”. Gian Pieretti è nato a Ponte Buggianese in provincia di Pistoia il 12 maggio del 1940, ma ben presto questa sua terra cominciò a stargli stretta, ed appena diciannovenne, “folgorato” da suoni, strumenti e spartiti musicali, se ne andò a Milano, già allora con la sua “Mitica” Galleria del Corso, luogo e propositiva “linfa” vitale per chi voleva suonare e cantare in grande stile e per così iniziare a tentar di acquisire una fama su “larga scala”, e così vivere di musica, per diletto, ma soprattutto per mestiere.

Gian Pieretti

Dante Luca Pieretti, questo è il suo vero nome, è rimasto ed è un autentico “mito” della musica leggera, quella dei formidabili anni ‘60/’70. Il popolarissimo brano che gli aprì una volta per tutte, un suo “posto d’onore” nell' Olimpo della musica leggera nostrana e non solo, fu l’ormai celeberrima. “Pietre”, un motivetto “easy-listening” che lo fece così conoscere al grande pubblico, quello di allora, fruitore dei dischi a 45 giri, dei long-playings e così via elencando. Iscritto alla S.I.A.E. da una vita, egli, è compositore ed anche paroliere. “Pietre” l’ha scritta insieme al cantautore sardo-milanese Ricky Gianco, un artista che “gravitava” nel “Clan Celentano”, e che al suo attivo ha avuti dei grandi successi discografici. Con questo brano di giocoso impatto, il Pieretti prese parte al “ Festival di Sanremo” del 1967, che fu quello che vide la tragica morte in seno alla rassegna, del bravo cantautore Luigi Tenco, anche lui in gara.
In “tandem”, ovvero abbinati con la doppia esecuzione del pezzo, vinsero Claudio Villa e Iva Zanicchi con il brano: “Non pensare a me” (di: Testa-Sciorilli), ed in quell'occasione il Pieretti si vide abbinato ad un ingegnere corso. Si trattava di Antoine Muraccioli o più semplicemente Antoine, che cantava nel suo repertorio diversi brani di facile ascolto.

Gian Pieretti

Torniamo ora all’amico Gian Pieretti. Dante “alias” Gian, arrivato tra le nebbie meneghine, iniziò ad esibirsi con l'orchestra de “I Satelliti”, che accompagnava Ricky Gianco, e con quest’ultimo cominciò per l’appunto a scrivere delle canzonette che sono poi rimaste nella storia della musica italiana. Nei suoi primordi musicali Gian, si faceva Chiamare con il nome d’arte di “Perry”, ed incise anche un disco tratto da una “cover” del cantautore italo-belga Salvatore Adamo, artista allora notissimo, ed il titolo era: “Perduto amor”, che fu a suo tempo inciso anche da Franco Battiato.I suoi primi anni in musica, gli fanno ottenere un successo relativo, e solo nel corso dell’anno 1966 intravede i primi spiragli che conducevano verso la popolarità. I brani del Pieretti “prima maniera” si ispirarono musicalmente con il mondo “beat” del momento. In Gran Bretagna, nel mondo, ma anche in Italia, inizia a “Furoreggiare” la “ stella” del cantautore Donovan, ed il “nostro” Gian Pieretti si ispirò a lui.

Gian Pieretti

Per il bravo ed empatico toscano, vi fu quello che si poté ben definire l’incontro della vita, e si scrive di quando lui ebbe modo di conoscere, frequentare e girare il nostro Paese con il “grande” ed “immenso” scrittore Jack Kerouac. Come fu la storia del loro incontro?. Gian ebbe modo di conoscere Donovan, il suo “mito” di allora, e fu grazie a quest’ultimo che ebbe modo di incontrare il Kerouac, "padre” della cosiddetta: “Beat Generation”, che come già abbiamo scritto, imperversava tra i giovani di allora. Qui entriamo in un ambito dove la musica e la personalità del nostro caro amico Gian, a “braccetto a piè pari” con il chiuso, ma sempre un tantino "arruffone" mondo della “Cultura italiana”. Gian fu scelto dal Kerouac, per prendere parte ad una serie di conferenze e di improvvisate"performance" in diverse città d’Italia. Jack Kerouac fu per tutti noi oggi “boomers”, una specie di punto di riferimento, per quanto ha rappresentato in quei periodi di risveglio culturale giovanile e non solo.

Gian Pieretti

Qualcuno ancora si ricorderà del’68, un periodo che provocò trambusti e cambiamenti radicali in ogni campo e in ogni dove, in Francia, in Europa, in Italia, in Inghilterra, negli “States”, e così via.. Il suo “best-seller”: “La Strada” (n.d.a: E’ il resoconto di un avvincente viaggio dentro gli Stati Uniti d’America), che fu un “manifesto”, il quale è stato, ed ancor oggi è, la … “Bibbia” di un netto cambiamento delle basi socio-culturali di quegli anni, e che ci ha permesso nei suoi aspetti positivi, ma anche negativi, di vivere la vita di oggi. Pieretti è stato un artista di richiamo, apprezzato e ricordato ancor oggi, ed è un uomo che sempre ha saputo e sa distinguersi per la sua amabilità, e prima ancora per la sua innata bravura. Egli è un’artista a 360°, che è riuscito nel corso del suo tempo di maggior fama, a non “montarsi la testa”. A proposito del termine: “Bibbia”, su menzionata, il bravo cantautore sì e così ritrovato ad essere anche uno scrittore, avendo dato alle stampe una sua “fatica” che nulla c'entra con la musica, “sua amata compagna di vita”. Il libro in questione ha per titolo: “Il Bibbio". (o meglio: la Bibbia secondo Gian Pieretti), un libro sulla fede, di divertente satira, il quale è nato così per celia, questo senza irriverenza alcuna, perchè con i santi si può, non diciamo scherzare, ma almeno viverli e stare in allegria (n.d.a.: Vedi, l'esempio di San Giovanni Bosco). Il libro del Gian cerca di spiegare come approcciarsi alla fede, questo per l’appunto con un po 'di ironia, la quale non guasta mai.

Gian Pieretti

Dopo “I Satelliti”, Gian Pieretti si fa accompagnare da: il gruppo de: “I Grifoni”, che poi diventano “I Quelli”, ed infine la ben nota ed apprezzata “band” della “Premiata Forneria Marconi”. Ottenuto un contratto discografico dapprima con l’etichetta discografica “Vedette” e di seguito con la “Ricordi”, nell’estate del 1968 partecipa in gara all’allora famosissimo “Cantagiro “ un “tour” itinerante che si svolse con successo in diverse località italiane, e qui il Pieretti prese parte con il brano: “Felicità, felicità”. L’anno successivo si ripresenta con la sua “Celeste”, e queste furono altre due “Hits” del suo lungo percorso canoro. Ormai Gian Pieretti è un cantautore più che affermato. Egli ha scritto anche per dei suoi colleghi, e qui vogliamo ricordare: “Un viaggio in Inghilterra” dei Nuovi Angeli, “Domani, domani” di Laura Luca, “Nel ristorante di Alice” eseguita dall’Equipe 84, e così via … . A parte “Pietre”, il suo più grande successo rimane il motivo: “Il vento dell’’Est”.Gian ha una discografia davvero interessante, che va dal “pop”, al “Folk”, attingendo anche alla musica “Country”.il Pieretti possiede una personalità non da poco, e non ha mai amato essere “etichettato”.

Gian Pieretti

Oggi nonostante l’età d'oro, non solo del suo più che fulgido passato, ma in questo caso anche per la sua età anagrafica, Gian Pieretti continua ad esibirsi dove lo chiamano, ed ancora lo acclamano, tra i meritati applausi a scena aperta. Con la sua chitarra e la sua armonica a bocca, non ha smesso di incidere, ed in uno dei suoi più recenti brani, ecco l’apprezzata: “Porompompo” (n.d.a.: vedi anche su: Youtube), dove lancia i suoi giustificati strali sulla finta e benpensante “società, che noi diremo del … malessere”. Gian Pieretti, come pochi altri, oggi come non mai, rivendica la sua autonomia artistica,ed ora ama essere sé stesso e niente più, ed alla fine però il tempo non ha scalfito, la sua popolarità ed il vivo ricordo di quel indimenticabile periodo vissuto anche qui in Italia, e chiamato “Beat Generation”.

Gian Pieretti

Il nostro amato amico Gian ha di recente realizzata una sua nuova produzione discografica, questo insieme al “music-maker” Marco Bonini, e qui visto il titolo del brano-guida e dell’intero CD, intitolato: “Thank you”, desidera di fatto ringraziare tutti i suoi “fans” e chi ha contribuito a portarlo sin dove è arrivato. Questo suo lavoro è per lui la sua ultima fatica discografica, farà ancora serate e TV, ma con i dischi basta. Per questo eccellente "cantore" della musica italiana, amante anche di Bob Dylan, Elvis Presley e John Lennon, e che adora i "Rolling Stones”, la partita è chiusa, la partita è vinta. Quindi inviamo un sentito e sonoro “Thank you” a Gian Pieretti. -”Tu sei bello/e ti tirano le pietre/Tu sei brutto/e ti tirano le pietre/…QUELLO, NON C'ENTRA NULLA MA NONNRIESCO A T

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