Terminato il suo lavoro in terra,
ha raggiunto la Casa del Padre nel giorno della Risurrezione
La morte di Francesco
di Amanzio Possenti
Francesco, grande Papa innamorato di Gesù e di Maria. E’ morto nel clima pasquale dopo aver dedicato tutto se stesso, anche nella sofferenza acuta ma silenziosa, alla guida della Chiesa, mantenendo la scelta originaria della sua elezione al Soglio: una comunità in uscita, fedele, unita e desiderosa di pace e giustizia, tra preghiera e conversione del cuore.
La Domenica della Resurrezione, con sforzo, sacrificio e piena disponibilità, era apparso sulla loggia di San Pietro alla lettura del messaggio ’Urbi et Orbi’ donando la preziosa benedizione ed entusiasmando i 50 mila presenti visitati sulla ’papamobile’: gesto estremo di amore al Popolo di Dio.
Aveva scelto il nome di Francesco per vivere il papato sull’esempio del grande Santo di Assisi: Pastore ’venuto dalla fine del mondo’, si era proposto l’umiltà di vita (Santa Marta scelta come casa anzichè il palazzo apostolico ), promotore ininterrotto di verità nel Servizio all’uomo, nella gioia e nel dolore, nelle catastrofi e nel ‘no’ perentorio a guerre, inimicizie, odio, chiacchiericcio, e il ‘sì’ ai valori del Bene, pace in via primaria.
Con catechesi approfondite ai valori della Parola e ai bisogni contemporanei: attenzione speciale agli ultimi, agli emarginati, ai migranti, ai poveri, ai carcerati, ai bambini, ai nonni, alle famiglie, al mondo tecnologizzato ma inquieto, intensamente desideroso di concordia e di volontà di disarmo. Fra discorsi indimenticabili nelle liturgie vaticane e nei numerosi viaggi nei continenti, infine l’indizione dell’Anno Giubilare della Speranza, pellegrino di amore e di fede.
Pontefice straordinario presente in ogni circostanza, amato ovunque, dal magistero riconosciuto, vicino all’uomo di qualunque credo, deciso nella denuncia del male e delle forme di iniquità e disumanità (Gaza, Ucraina, Libano, Palestina, Mnyamar, Sud Sudan, Congo ed altri Paesi) nonché di povertà abbandonate o calpestate.
La sua voce, calda, amica, suadente, sensibile, ricorda quanto abbia compartecipato ai problemi di ciascuno. In particolare i pellegrini ne rammentano i gioiosi momenti in Sala Nervi o in Piazza San Pietro nelle udienze, anche quando Francesco si presentava nonostante le non buone condizioni, parlando con il cuore. Come nell’ultimo atto di amore fraterno il mattino di Pasqua, poche ore prima del ritorno alla Casa del Padre, a 88 anni di cui 12 da pontefice.