Resterà visitabile fino al 16 febbraio al Mudec di Milano il grande progetto espositivo.
Con 110 opere, di cui una decina di grandi dimensioni,
è la prima retrospettiva antologica completa organizzata in un museo italiano.
Niki de Saint Phalle
Ultime settimane al Mudec
La mostra, realizzata in collaborazione con la Niki Charitable Art Foundation, racconta in otto sezioni la densa attività artistica di Niki, dagli esordi degli anni '50 fino agli ultimi lavori, ripercorrendola attraverso il mondo colorato, polimorfo, tondeggiante e materno delle sue coloratissime Nanas, ma anche con opere su carta, video, scatti fotografici, che rivelano anche il lato impegnato dell'artista e la complessa storia sia personale che collettiva.
Niki de Saint Phalle ha vissuto da vicino il movimento femminista negli anni '60, fu protagonista del Nouveau Réalisme negli anni '70, e ha continuato a sfidare gli stereotipi di genere attraverso l'arte, rompendo gli schemi attraverso intense provocazioni.
Il Giardino dei Tarocchi
L'artista franco-statunitense ha indubbiamente lasciato un segno nella storia dell'arte contemporanea. Il suo Giardino dei Tarocchi, realizzato nella Maremma toscana tra il 1979 e il 1996 (aperto al pubblico il 15 maggio 1998), è uno dei parchi artistici più rilevanti creati in Italia negli ultimi decenni, paragonabile per portata visionaria solo alla Città Ideale ideata da Tomaso Buzzi nel centro Italia alcuni decenni prima. A differenza di altri parchi artistici, spesso opere collettive, il Giardino è interamente frutto della visione personale dell'artista.
La struttura del Giardino, progetto completamente autofinanziato, per un costo di circa 10 miliardi di lire, riflette un tributo all'estetica modernista di Antoni Gaudí, in particolare al suo approccio all'architettura e ai parchi.
Per la visita del Parco bisognerà attendere la prossima primavera, a partire dal primo aprile (resta aperto fino al 25 ottobre), dalle ore 14:30 alle ore 19:30. Solo la prenotazione online garantisce l'ingresso al museo (https://ilgiardinodeitarocchi.it/).
Il suo stile ha conquistato il mondo
L'opera di de Saint Phalle è anche profondamente influenzata da culture non occidentali, come quella messicana e orientale, che l'artista reinterpreta. Le sue sculture, in particolare le figure femminili, rompono con la tradizionale idealizzazione dell'arte classica per celebrare forme volutamente sproporzionate e colori vividi. Questa combinazione genera una rappresentazione giocosa e stravagante, dove la femminilità diventa un inno alla vitalità e alla fecondità.
Le figure femminili, chiamate dall'artista "Nanas" (in francese colloquiale "pollastrelle"), incarnano molteplici archetipi: madre, amante, prostituta, sposa, divoratrice. De Saint Phalle dichiara apertamente il desiderio di rappresentare questi aspetti attraverso una varietà di forme e colori che ispirano nello spettatore una gioia quasi spontanea.
La sua capacità di integrare le opere in contesti spaziali complessi è evidente nella Fontana Stravinsky, progettata con il marito Jean Tinguely vicino al Centre Pompidou a Parigi, accanto alla chiesa di Saint-Merri. Pur profondamente diversa dallo stile del luogo di culto, la fontana non entra in conflitto con l'ambiente circostante. Al contrario, grazie alle sue linee fluide e alla vivacità cromatica, crea un dialogo armonioso e sorprendente.
Un altro esempio della sua visione artistica è L'oiseau amoureux (L'uccello innamorato), una scultura monumentale collocata nello stagno di Ekebergparken a Oslo. L'opera rappresenta un uccello antropomorfo con ali spiegate, a cui è abbracciata una figura femminile colorata, a metà tra una donna e una bambina. Anche in questo caso, la fusione di forme e simboli genera un'esperienza estetica che trascende il semplice oggetto artistico, diventando una celebrazione della vita.
Suoi interventi pubblici si trovano sparsi in tutto il mondo. Tra i tanti ricordiamo L'Angelo Protettore nella stazione ferroviaria di Zurigo, le Nanas lungo la Leibnizufer a Hannover, le sculture al Noah's Ark a Gerusalemme, La Temperanza/La Tempérance in Lussemburo, l'opera Coming Together a San Diego, Queen Califia's Magic Circle in California. Anche in Italia, oltre al Giardino dei Tarocchi, è presente una sua Nana-Fontaine a Capalbio, con un allestimento curato dall'architetto Roberto Aureli.
La mostra del Mudec
Tornando alla grande mostra allestita al Mudec, l'esposizione è organizzata in otto sezioni con un'impostazione antologica.
- Introduzione: Gli esordi
La sezione introduce l'artista, influenzata fin da giovane dalle collezioni egizie del Metropolitan Museum di New York e dagli artisti come Jackson Pollock e Jean Dubuffet. Negli anni '50, Niki esplora i ruoli tradizionali delle donne attraverso performance e opere innovative come i primi "Spari" (Tirs), che contestano stereotipi di genere. - Fuoco a volontà: Gli Spari
Tra il 1961 e il 1962, Niki esegue circa venti performance "Spari", sparando contro tele con sacchetti di pittura per esprimere rabbia e frustrazione contro la società patriarcale e le ingiustizie sociali. Questi gesti, a metà tra arte e denuncia, incarnano un manifesto femminista ante-litteram.
- Prostitute, streghe, spose, madri, dee: Verso una nuova società matriarcale,
Attraverso assemblaggi di donne mutilate, spose cadaveri e madri, Niki critica i ruoli imposti dalla società patriarcale. Accanto a queste opere di denuncia, crea figure femminili potenti e possenti, come le sue celebri "Nanas", che celebrano una nuova forza femminile. - Nana Power e Black Power
Le "Nanas" incarnano una gioiosa celebrazione del corpo femminile e della body positivity. Alcune serie riflettono la lotta contro la segregazione razziale e il sostegno alla diversità, come le "Nanas nere", influenzate dai movimenti rivoluzionari afroamericani degli anni '60. - Sognare in grande: Il Giardino dei Tarocchi e le opere monumentali.
La sezione esplora il "Giardino dei Tarocchi" a Capalbio, ispirato agli arcani maggiori del tarocco. Le sculture monumentali del parco dimostrano la capacità di Niki di creare opere collettive e visionarie. La sezione include anche modelli e litografie di altre opere pubbliche, come il "Cyclop" e la "Fontana Stravinsky". - Impegno, giustizia, cura.
Negli anni '80 e '90, l'artista si dedica a cause sociali e alla sensibilizzazione sull'AIDS, scrivendo libri informativi e creando opere come gli "Obelischi" (preservativi giganti). La serie "Black Heroes" celebra figure afroamericane marginalizzate. Il suo femminismo evolve in un umanesimo inclusivo. - Daddy & Mon Secret.
La sezione esplora l'impatto delle vicende personali sull'arte di Niki. Il film "Daddy" affronta il trauma della violenza subita dal padre, mentre il libro "Mon Secret" riflette sul potere curativo della scrittura, offrendo uno spazio per il perdono e la resilienza. - Oggetti d'incontro: L'invito al dialogo.
La mostra conclude con le opere che celebrano il dialogo interculturale, ispirate a tradizioni di tutto il mondo, dal Mediterraneo all'India. Le sue creazioni fondono miti e simboli globali, enfatizzando un'umanità condivisa e il rispetto delle diversità culturali.