Caporalato duro a morire
Oltre l'indignazione
Sfruttamento
di Amanzio Possenti
Lo sfruttamento di lavoratori impiegati a centinaia nelle campagne, spesso a disposizione del caporalato principalmente in alcuni territori agricoli del Centro-Sud, addetti a grandi raccolte su vaste e fertili campagne - fenomeno grave ma sul quale si ascoltano soltanto parole di indignazione: e tutto finisce lì - è tornato di attualità sulle prime pagine dei giornali e nei dibattiti Tv dopo la morte in circostanze drammaticissime di un lavoratore indiano, vittima di un terribile incidente.
L’epilogo tragico, mentre ha suscitato dolore, sciopero e reazioni, ha posto in rilievo un elemento del quale si discute solo in occasioni molto tristi: lo scarso rispetto della dignità umana, sia dal punto di vista morale sia da quello economico. Vengono date paghe irrispettose e irrisorie a lavoratori impegnati duramente per lunghe ore e utilizzati senza riconoscimento alla quantità dell’ impegno. Di questo aspetto, salvo segnalazioni e proteste dei sindacati, si discute poco, eppure è problema grave che riemergendo torna presto nel silenzio, coinvolgendo migranti sottopagati e dolorose e ripetitive realtà umane, senza soluzioni efficaci. Ne sono coinvolti soprattutto i lavoratori immigrati in cerca di occupazione e in condizione di bisogno, spesso privi delle tutele normativamente espresse : situazione inaccettabile, sul piano umano e socio-economico.
Il caso raccapricciante recentemente avvenuto in provincia di Latina, e sul quale sta facendo luce la magistratura per stabilirne modalità e responsabilità, riapre - oltre alla partecipazione solidale - una ferita mai sanata e propone un discorso, generale non legato alla sola realtà dell’episodio in esame, che va oltre la sottostima economica dei lavoratori addetti: riguarda la dignità, bene incommensurabile per tutti - italiani e stranieri - che va sostenuta, garantita e promossa senza se e senza ma, ovunque e con il rispetto dovuto a tutte le creature.
Sempre, in ogni fase di lavoro, assicurandone l’accoglienza e lo sviluppo. Senza isterismi-anti o distinzioni poiché l’uomo, principalmente durante il lavoro, come nel resto della sua esistenza quotidiana, merita il riconoscimento e l’affetto della comunità tutta, non certo occasioni di profitto. La dottrina cristiana - improntata all’amore vicendevole - sollecita alla carità, stimolando a costruire il bene anche attraverso la dignità di chi lavora.