#332 - 10 giugno 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di VENERDI 28 FEBBRAIO quando lascerà  il posto al numero 361. - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Arte

Ancora una riflessione sull'arte di Ugo Riva

Chiesa della Grotta a Romano Lombardo

Arte e Sacro

Divampano le luci delle meraviglie

di Amanzio Possenti

Quando l’arte affronta con amore e dedizione il sacro, si accendono le luci delle meraviglie e si rigenerano quelle della fede: è la prima constatazione rasserenante, pur nella inquietudine delle emozioni, che emerge di fronte alle opere - di bellezza maiuscola e di rara verità umana – dello scultore Ugo Riva esposte, non in mostra (sino al 30 luglio) bensì in spirito di riflessione e di coinvolgimento dell’anima, nella chiesa della Grotta (svuotata nella sua tradizionalità sacra) a Romano di Lombardia (iniziativa di Macs con mons.Tarcisio Tironi, di Fondazione Creberg con il presidente Angelo Piazzoli e lo stesso Ugo Riva, protagonista).
Un esempio di comunicazione immediata di arte sacra che si immedesima e suscita domande,chiede risposte ed indica il valore del contatto con il divino: il cuore si apre e quasi si svuota davanti alle tensioni scultoree che non sono più soltanto materia bensì limpida testimonianza d’arte.

Arte e Sacro

Il grido di Gesù sulla Croce al Padre ‘Perché mi hai abbandonato?’ risuona forte nelle opere di Riva prive di clericalismo, sofferte e urlate dagli uomini ’in Croce’, in una intensa partecipazione verso il bisogno di Infinito che proviene dagli inanellamenti, dalle torsioni, dalle immaginazioni creative di sculture che investono e sovvertono la coscienza.
Le opere di Riva generano sofferenza ricca di speranza non solo nell’autore, anche nel fruitore, che ne annota due aspetti: la semplicità del dire espressivo (linguaggio, coerenza, immagine, emozione, sensibilità, equilibrio) e la complessità della struttura scenica (rigore, severità, luce, groviglio di sensazioni, composizione ardita). Le due componenti apparentemente contrastanti si fondono in unità (e forza dinamica) di stile e di narrazione. Ne deriva una poesia di sostanza e di linee che richiama la Bellezza, tra forma e contenuto. Nonché una spiritualità interiore basata sulla ricerca delle origini dell’atto (sofferto ma autentico) di fede.

Arte e Sacro

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