#327 - 1 aprile 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Arte

Mantova - Galleria Anna Sartori

Tutto a casa

La Galleria Arianna Sartori di Mantova presenta la mostra Riportando tutto a casa opere di Maria Jannelli e Renato Galbusera. La mostra, curata da Arianna Sartori, è stata inaugurata Sabato 25 marzo alla presenza degli Artisti e la presentazione di Luca Pietro Nicoletti; resterà aperta fino al 13 aprile. Nel loro studio-abitazione milanese, Renato Galbusera e Maria Jannelli lavorano letteralmente gomito a gomito; con grandi fogli o tela libera fissati direttamente alla parete, affrontando ampie estensioni di pittura.

Renato lavora con tempi serrati, di cui si trova traccia nel segno ruvido e spesso dai contorni contrastanti che scolpiscono le sue figure.

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Maria ha invece un tempo di decantazione più lungo, da cui deriva una pittura che di velatura in velatura assume un nitore straniante e, alle volte, persino smaterializzante.

Si dovrebbe guardare ai rispettivi lavori separatamente, come se non avessero condiviso un lungo tratto insieme, nell’arte come nella vita.
Si conoscono e si frequentano, del resto, da quando erano studenti all’Accademia di Brera, nel pieno della contestazione, e coinvolti nelle dinamiche del movimento studentesco.

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Eppure, - scrive Luca Pietro Nicoletti - dopo qualche tentativo di aggiornamento sui modi della figurazione della generazione più anziana dei loro maestri, questo non avrebbe impedito loro di volgere lo sguardo a un canone visivo diverso, tornato d’attualità alla fine degli anni Settanta, capendo più di altri che si poteva recuperare il repertorio formale dell’arte fra le due guerre e conciliarlo magari col muralismo sudamericano, ed elaborare così una formula monumentale, portatrice di nuovi valori umani e morali.

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Per Renato, infatti, la pittura è un grande racconto corale, che si dispiega come come in un fregio all’antica, o si affolla di elementi come in una nuova immagine araldica. Maria, invece, con spirito neorinascimentale è andata via via concentrandosi sull’individuo, magari in compagnia di animali, come nella loro vita di tutti i giorni.

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Presto Maria e Renato capirono, forse grazie alla lunga frequentazione con Floriano Bodini e a un altrettanto lungo cimento con l’incisione, che risiedeva nel disegno la via della chiarezza formale e compositiva, e che qui stava un dato irrinunciabile, ieri come oggi, per una più diretta e condivisa immediatezza comunicativa.

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