#322 - 21 gennaio 2023
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Ambiente

Una nota dell'Associazione Italiana Wilderness

Clima e soldi

Franco Zunino Presidente AIW

Clima e soldi

Gira che ti rigira, diventa sempre più chiaro che dietro alla lotta ai cambiamenti climatici ci sono i soldi!
Chi, come le banche, per la paura che finanziando troppe iniziative green si rischia di creare inflazioni monetarie e debiti insostenibili, perdendoci invece rinunciando al carbone e al petrolio; chi invece proprio con questi finanziamenti ci fa (e ci farà!) i soldi: le società che producono i componenti e installano le centrali eoliche e fotovoltaiche.

Clima e soldiClima e soldi

D’altro canto, quando si usano slogan come “transizione e crescita sono possibili” per convincere la gente è ovvio che si vogliano nascondere certe verità che non si possono o vogliono dire: specchietti per allodole per confortare chi ci crede e per attrarre finanziamenti in chi spera di fare soldi.

Clima e soldiClima e soldi

La transizione e la crescita sono un evidente ossimoro, una contraddizione in termini che può solo funzionare come slogan con parvenza di credibilità: suona bene, ma a ben riflettere sembra la favola dell’asino di Buridano! Che poi per ottenere la transizione “ecologica” si debbano sfasciare montagne e paesaggi, e che questi sfasci non siano affatto ecologici, questo non ce lo dicono affatto, ed anzi ci presentano i paesaggi sciupati come fossero tele di arte moderna che, in quanto arte, diventa spesso difficile sostenere che esprimano bellezza: almeno quella apprezzabile dai più.

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