#321 - 7 gennaio 2023
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Personaggi

Acuti interessi letterali fra romanzi, saggi e poetica

Cesare Cavalleri

Colto e gentile, così piace soprattutto ricordarlo

di Amanzio Possenti

Ci conoscevamo da bambini, poiché abitavamo in case vicine nella Treviglio(Bg) post Liberazione,1945-1946: : lui, Cesare Cavalleri (classe 1936) in via Adigrat, il sottoscritto in viale Battisti. Giocavamo ‘a mondo’, insieme ad altri coetanei. Cesare, che chiamavamo amabilmente Ciary, era un ragazzino riservato, non amava parlare di sé; tuttavia rivelava già una forte sensibilità verso la fede e le scelte conseguenti oltre ad una chiara disponibilità allo studio, da primo della classe, con acuti interessi letterali fra romanzi, saggi e poetica.

La sua morte, avvenuta a Milano il 28 dicembre 2022 con la Messa funebre in Sant’Ambrogio, e il lutto di migliaia di lettori affezionati, ha messo in rilievo un assoluto protagonista nelle vicende della letteratura europea e della critica, con il timbro inconfondibile del cattolico risoluto e convinto, tra editoria, saggistica e giornalismo attivo per oltre 60 anni: nel segno di una dimensione donata alla gioia della Parola.

Ci si incontrava abitualmente nella sede di Gioventù Studentesca, tra una chiacchierata-dibattito su Camus, su Sartre e su Theilard de Chardin e una partita di ping-pong. E poi attivo partecipe della realtà scout fin da ragazzino, innamorato della Madonna delle Lacrime. Trevigliese sì, e molto - papà ufficiale dell’Esercito, alunno delle Medie ai Salesiani, ragioniere all’Istituto Oberdan - presto milanesizzato grazie anche alla laurea in economia e commercio conseguita appunto nella capitale lombarda e avvio di un’adesione piena all’Opus Dei. Con il diradarsi delle presenze locali - intorno ai 23 anni - ecco il balzo ardito (ma coltivato da alcuni anni) nella editoria e nel giornalismo con il trasferimento, anche di casa, a Milano, lasciando nel luogo natale la sorella e il cognato e un grande numero di amici ed estimatori, che lo ricordano con affetto.

La sua straordinaria esperienza nelle ‘Edizioni Ares’ e nella storica rivista ‘Studi Cattolici’ – da lui avviate, direttore autorevole in entrambe le situazioni, per lunghi anni Maestro e riferimento - ne aveva subito messo in luce l’intensa capacità di scrittore, saggista, giornalista e polemista cattolico, conoscitore profondo della letteratura di varie parti d’Europa. I lettori lo avevano apprezzato più volte, negli anni, anche in dibattiti ai quali era invitato quale ’numero uno’, sempre nella massima competenza e compostezza che gli ’avversari’ di opposta ideologia gli riconoscevano. Lo ricordo in alcuni interventi, nei quali fui moderatore: era difficile, anche per i più preparati culturalmente, coglierlo in fallo. Mentre sapeva sostenere con valida attenzione sul piano estetico uno scrittore, nondimeno sottolineava con chiarezza ed autonomia il ’no’ critico verso altri, sempre con misura ed eleganza. Dottrinalmente era un ‘super’ nei variegati rami del sapere, particolarmente nell’ambito dei valori cristiani: un protagonista vissuto nella umiltà e nel senso del dono del conoscere al prossimo.

Semplice nel carattere, spontaneo nel conversare, armonioso nell’esprimersi, convincente nel presentare le sue idee, non si sentiva un primattore, eppure era seguitissimo, da tutta Italia: non solo in ‘Studi Cattolici’, anche nelle dialoganti rubriche(‘Persone & Parole’ e poi ’Leggere, rileggere’, per 54 anni) e nella quindicennale attività di critico televisivo, sul quotidiano ‘Avvenire’: esperienze illuminate dalla grazia della fede e dall’amore verso la Parola. Ne andava fiero, pronto a sostenere le sue scelte ideali, senza mai deflettervi o peggio rinunciarvi, ed anche non volendo imporre: gli piaceva proporre.
Treviglio,la città natale, gli ha dedicato con affetto e riconoscenza due Premi speciali che Ciary aveva accolto con gioia, con il giusto orgoglio del nativo, lui che pure era abituato a raccoglierne di assai importanti in varie città d’Italia e all’estero : da annotare il riconoscimento aureo dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia per la carriera ultracinquantennale nella carta stampata.

L’avevo sentito - e c’eravamo scambiati messaggi, come facevamo abitualmente da molti anni - fino al settembre scorso, poi il silenzio premonitore sino allo scoppio della ’bomba’ stordente del 23 novembre 2022 quando, a sorpresa, in una drammatica ma umanissima lettera ad ‘Avvenire’, annunciava di dover chiudere la collaborazione, approssimandosi - scriveva – il ’ grande salto’ della morte.
Ho provato a parlargli, ma Ciary - il ragazzino timido ma forte e dalla comune infanzia-adolescenza fra l’oratorio e le strade di Treviglio - ormai guardava altrove: non più ad articoli e sapienti conversazioni sul futuro e le speranze del mondo, bensì allo sguardo rivolto al Cielo ‘se, come spero, Cielo sarà’, concludeva con spirito di attesa serena.

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