Uno zar mignon
di Dante Fasciolo
L’idea di fare tutto un fascio
di uomini e nazioni ed asservirle
ad un unico Duce, o Ras, o Zar
ha affascinato molti uomini
scacchisti sulla tavola mondiale
da che mondo è mondo.
Negli ultimi 100 anni
ad un palmo dal nostro naso
il morbo del potere ha accarezzato
le menti, in particolare, di due uomini,
entrambi forniti di baffi
e di un carattere violento.
Dalle sponde caucasiche Josif Stalin
avvia la grande marcia dell’Unione,
calpesta i diritti dei contadini,
inizia negli anni trenta le grandi purghe.
Un progetto di dominio
getta l’occhio sulle terre europee.
Ma c’è un concorrente all’orizzonte,
Adolf Hitler che dalle acciaierie tedesche
sforna carri armati e cannoni;
lo divora la schizofrenia di conquista
e lo sguardo oltre l’Europa
accompagna le onde degli oceani.
Sappiamo come sono finite dominio e conquiste:
milioni di morti, città distrutte, odio infinito…
Oggi l’altare della memoria à cancellato.
Scopriamo dietro l’angolo di casa
un piccolo zar, rasato, ricco, spregiudicato
che accarezza con mani d’acciaio insanguinate
il cannone che riscatterà la sua voglia,
la sua sfrenata cupidigia di potere.
I detto popolare - auspicabile - è eloquente:
non ci sarà due senza tre,
lo registra la storia, per amore.