#273 - 31 ottobre 2020
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 31 marzo, quando lascerà il posto al numero 362. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Televisione

Televisore gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

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Salutiamo il ritorno di Antonella Clerici ai fornelli di Rai1 con il nuovo programma meridiano “E’ sempre mezzogiorno”, un calco della “Prova del cuoco” di qualche anno fa. Una tipica trasmissione di stampo “negazionista” per usare una parola alla moda, che fa da contraltare, a suon di intingoli, brodoli e clangor di frittura, a tutte le trasmissioni a sfondo salutistico che imperversano per ogni dove su tutti le reti, con profluvio di dietologi e di operatori olistici di ogni risma. La vispa e simpatica Antonella, dalla mandibola mobilissima, si aggira tra pentole in ebollizione e padelle sfrigolanti, sbircia con malcelata lussuria i piatti già pronti, commenta, esclama, spiega, ma soprattutto assaggia. La vis manducatoria di questa donna dalla voracità pantagruelica ha qualcosa di soprannaturale. Cogliamo l’occasione per menzionare suo padre Gianni giornalista sportivo, per motivi di età sparito da molto tempo dalla scena pubblica. Ricordiamo con nostalgia i grandi tornei di tennis commentati con fine umorismo da Gianni Clerici e da Rino Tommasi. Erano gli anni di Björn Borg, di Ivan Lendl, di John McEnroe e della nostra trascorsa giovinezza.

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La situazione, intanto, va peggiorando, ci riferiamo alle scorribande del nostro coinquilino, il famigerato virus pandemico. Se ne parla ovunque e in ogni momento del giorno. Il nostro osservatorio preferito, per qualità di informazione e imparzialità - è Tagadà condotto da Tiziana Panella su La7 ogni pomeriggio. Ma non disdegniamo Fuori dal coro del tarantolato Mario Giordano per quel suo punto di vista spesso non convenzionale; né Dritto e Rovescio del brusco e ruspante Paolo del Debbio che punta sempre l’attenzione sulle categorie sociali più vulnerabili; e vedremmo anche volentieri Che tempo che fa del fine salottiero Fabio Fazio, se non fosse per quel tratto di fastidiosa piaggeria che ogni tanto fa capolino nelle sue interviste finto-ingenue e che probabilmente appartiene al temperamento nativo del brillante conduttore, sempre astutamente spalleggiato dalla pestifera e, a suo modo, geniale Luciana Littizzetto. E’ un peccato che quest’anno Fazio abbia riservato uno spazio fisso al monologante Roberto Saviano le cui estenuanti predicazioni ci costringono sempre, purtroppo, a cambiare canale. Zapping lo ringrazia.

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Apprendiamo, ogni giorno sempre di più, che la situazione si sta complicando. Dai balconi di marzo si sta passando alle piazze: si sta manifestando in ogni città contro la minaccia di una nuova a serrata ma come spesso accade in queste situazioni prendono il sopravvento delinquenti comuni che ne approfittano per sfondare vetrine di negozi e fare danni ai beni pubblici per i quali paghiamo le tasse.
Rincresce constatare ancora una volta la pochezza etica dello stato che rinuncia alla repressione - anche violenta (sacrosanta in questi casi) – in nome di non si quale astrazione ideologica.

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