#228 - 13 ottobre 2018
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del giorno di sabato 31 maggio quando lascerà  il posto al numero 364 - BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè" (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) «La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti». Papa Francesco «Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo». Alberto degli Entusiasti "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità , vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Costume e Società

Un'occhiata in casa d'altri

Far From the Crazy City

Londra: week end d'autunno

di Alessandro Gentili

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Via dalla pazza folla, è un famoso romanzo vittoriano di fine ottocento del grande Thomas Hardy.
La protagonista fuggiva nella bella campagna inglese per sperare di vivere in santa pace nella ridente campagna… Via dalla pazza Londra?
Possibile siano bastate tre giornate e mezza per tirare un sospiro di sollievo e tornare nella Bella Italia tanto vituperata e disprezzata?

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E’ strano e curioso andarsene a zonzo all’estero, dare un’occhiata e tornarsene a casa alquanto rincuorati.
Parlare bene di Roma o del nostro paese in generale risulta paradossale e francamente poco credibile. Lo so. Me ne rendo conto. Abbiate pazienza e leggete. Londra! città delle nebbie, di delitti, di investigatori privati di perfetta English School, puntualità, organizzazione, ambito luogo di lavoro di migliaia di giovani europei…

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Dunque, fatta una doccia e una rapida colazione a base di caffè americano, succo di frutta, toast imburrato con marmellata, ci disponiamo col migliore dei modi ad uscire. C’è un discreto tempo autunnale con nubi con non promettono pioggia. Ottimo! Così usciamo dall’albergo e andiamo a dare un’occhiata. Sono le otto e già dai locali inizia ad uscire uno sgradevole odore di cucinato (cosa che si protrarrà per quasi tutta la giornata). Non credo ai miei occhi: vedo sacchi dell’immondizia, con cartoni e lattine e giornali ammucchiati in strada.
Sto forse sognando di stare a Roma? In effetti è proprio così: gli inglesi lasciano la spazzatura quotidiana in strada dove viene, tutte le mattine, ritirata dai grossi camion. La differenziata consta di due sole parti. Questo vuol dire che tutti i giorni per strada trovate, appunto, la spazzatura di casa, ammucchiata, presumo, nei punti dove si ferma il camion.

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Proseguiamo a piedi e proviamo ad attraversare la strada. Non ci sono strisce pedonali, solo ai semafori ai pedoni è concesso di attraversare la strada. Sorpresa! I pedoni passano anche col rosso ma di fretta, perché bus e auto e perfino biciclette, schizzano a velocità sostenuta. Mi fermo: Napoli o Londra? Ogni volta che il semaforo scatta verde per i pedoni, scatta anche un suono stridulo che allerta i pedoni. Questo succede tutte le volte che scatta il verde. Ve lo immaginate? Meglio: provate a sentirlo migliaia di volte al giorno….Dunque, procediamo e ci avviamo lungo la strada ma: attenzione! Non si può camminare all’italiana. Siete d’intralcio! Qui non si cammina, direi che quasi si corre. Infatti la folla mi supera e cerco di capire se è successo qualcosa….macchè, tutti diretti alla underground, la mitica sotterranea londinese.
Vado dietro la folla e mi fermo sulla banchina. Sul tabellone sono indicati gli orari d’arrivo che coincidono perfettamente. Salgo. Mi siedo. Il treno parte. Non riesco a capire cosa c’è che non va….cerco di guardare…di sentire….ecco! adesso capisco: nessuno parla. E infatti a Londra nessuno apre bocca sui mezzi pubblici, nei locali, nei pub, perfino alla grande sala d’aspetto dell’aeroporto, gremita di centinaia di persona, se si tende l’orecchio si posso sentire le mosche inglesi col loro caratteristico zzzzzzzz….

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Ora di punta, salgo su un bus e conto le fermate: sono sei. Per mera curiosità guardo l’orologio: sono le 12 e 35. Bene, per arrivare a destinazione ci vogliono 25 minuti. La piazza dove scendo è aggredita da tutti i mezzi pubblici e privati disponibili, ma, insomma, tutto gira come una ruota perfettamente calibrata. Ma basta dare un’occhiata alle grandi arterie che confluiscono sulla piazza per rendersi conto del traffico!
Rimpiango Largo Arenula a Roma nell’ora di punta.
Vicino un grande albergo sono ammucchiati decine di grossi sacchi della spazzatura, entro ad Hyde Park e vedo scoiattoli saltellare sui prati, vedo il cambio della guardia a Buckingham Palace (niente di straordinario), vedo Piccadilly Circus, Westminster, la città, il Tamigi senza un marciapiede, la sera gruppi di giovani con le birre in mano sul marciapiede, vedo Largo Trilussa a Roma, Piazza di Spagna, mi ricordo che qui c’è la Brexit, tutto mi si confonde ma tra due giorni riprenderò l’aereo per scendere a Ciampino dove troverò la MIA solita e amata città….

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