#224 - 4 agosto 2018
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Poesia

Presentato alla FUIS - Federazione Unitaria Italiana degli Scrittori

Quando l' Ambasciatore è un Poeta

Urbis Aeterna

Di Julian Isaias Rodriguez Diaz

prologo Pablo Cerezal - cura e traduzione Marcela Filippi Plaza

Talos Edizioni

Urbis AeternaUrbis Aeterna

Cosa fa un intellettuale inviato dal suo paese a rappresentarlo preso un altro paese? Primo: vedere e conoscere la città ove risiede l'ambasciata affidatagli; secondo scoprirne la vita e scandagliarla nel profondo, innanzitutto, per dovere d'ufficio che reclama corrette relazioni tra nazioni amiche, e rispetto per i propri concittadini che hanno il dritto di essere assistiti come meglio si può; infine, ma non da ultima, per quella innata curiosità umana che spinge lo sguardo e la mente in avanti, sempre tesi all'orizzonte successivo.

Urbis AeternaUrbis Aeterna

Deve essere stato proprio questo l'itinerario seguito da Julian Isaias Rodriguez Diaz, Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, a giudicare dal suo ultimo libro di poesia "Urbs Aeterna" dedicato alla città di Roma.
Nell'introduzione ci fa partecipi delle sue impressioni: Prima fu la luce dei suoi tramonti, ciò mi ha ricordato l'intensa illusione dei conquistatori. aver raggiunto una montagna d'oro. Dopo, per dirla con l'espressione presa dalle radici mitiche di Roma, l'improvvisa sensazione di eternità. Ho scoperto che le inevitabili parole che la definiscono, non solo si riferiscono al suo materiale perdurare, ma anche allo stupore di sentirla viva. Così, in un istante di silenzio, percorrendola, ho avuto la certezza della Roma eterna.
Eccola, mi sono detto, come un luogo comune del tempo, senza inizio né fine, immensurabile.

Urbis AeternaUrbis Aeterna

In un modo insolito, lo giuro, / perchè genuina, autentica e pura, / m'innamorai di Roma senza misura / di quell'ostinato amor così immaturo. / Sarà scappata da una magia con ardire? / Da quell'antico, sempre oscuro, incanto? / La stessa mestizia del suo pianto / di un passato che pensa d'esser avverire. / Dimmi, Città Eterna, cos'hai inventato? / Hai amato una volta, o mai amato? / Perseveri o hai fatto la tua rinuncia? / Racconta la tua memoria, parla del vento. / Di' Roma, con la tua anima di convento, / se è tua la superbia che t'annuncia!

Urbis AeternaUrbis Aeterna

A volte - torna a noi il poeta - ho creduto che Roma fosse fatta di paradossi e di un ordine probabilmente metafisico in un "periodo senza temp". Ad essa è accaduto tutto ciò che succede in un'eternità. La idealizzo nel mio esilio di ambasciatore. Avverto i suoi splendori, non le trovo difetti. So che il giorno in cui la lascerò, le scriverò lettere come a un'amata immobile.

Urbis AeternaUrbis Aeterna

Ombre, rovine e storia sono lì / come resti di tempi sospesi, / i tempi dellimpero son lesi / ma la sua grandezza è ancora lì. / Forse la sua eternità fu sempre così / - testimoni i secoli, l'oblio e le giostre - / e in un altro idus di marzo illustre / Roma e l'altro Impero s'insinuano in me: sì! / Il muro di Adriano la circonda. / Ora più che un muro è un'idea profonda / che apre le sue porte senza accerchiarla. / Quella Roma è tuttora sovrana, / contraddittoria sempre! Così pagana! / Il gran miracolo è stato non cambiarla.

Urbis Aeterna

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