2017 - Anno Nazionale dei Borghi
Scanno (l'aquila)
IL borgo dei fotografi
In omaggio ad una regione martoriata dal terremoto
Mettete insieme 12 chiede, 10 palazzi storici, archi, cinte murarie e sottopassi, aggiungete fontane, statue e monumenti; il tutto a 1000 metri d’altezza su un cocuzzolo tra la montagna Marsicana e il Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio-Molise…ed ecco che siete nel bel mezzo della cittadina di Scanno il cui centro costituisce quell’osannato ovunque “borgo dei fotografi”.
Famosi scatti realizzati da Hilde Lotz-Bauer, Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Renzo Tortelli, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Mario Cresci e molti altri. Nel 1964, fu proprio una fotografia scattata a Scanno da Mario Giacomelli, ad entrare a far parte della prestigiosa collezione di opere fotografiche del Museum of Modern Art di New York. Questa immagine è conosciuta come Il bambino di Scanno, o Scanno Boy.
Non c’è da meravigliarsi, dunque, se Scanno fa parte del club dei Borghi più belli d’Italia.
Nei dintorni vi sono il lago omonimo, a forma di cuore, in comune col territorio del comune di Villalago, gli impianti sciistici di Passo Godi e del Monte Rotondo, gli altopiani del Monte Greco e il Lago Pantaniello, nonché la riserva naturale delle Gole del Sagittario.
Tra le chiese ricordiamo Sant’Eustachio, la chiesa patronale, con le sue statue dedicate a Sant’Agata, Sant’Apollonia, Santa Barbara, Santa Lucia , Sant’Eustachio…e quelle alla Fede e alla Speranza.
Chiesa di San Giovanni Battista, utilizzata dopo ìl'epidemia di peste del 1764 come lazzaretto, fu adibita anche a scuola elementare, seggio elettorale e teatro. Attualmente accoglie una mostra permanente di statue sacre allestita da Michele Rak .
Chiesa di Sant'Antonio da Padova, in passato affiancata da un convento, è caratterizzata da interni in sontuosissimo barocco costellati da stucchi dorati e pregevoli tele, nonché da un particolare organo.. Chiesa della Madonna di Costantinopoli, che vanta al suo interno, sopra l'altare maggiore, un affresco fra le più pregevoli opere d'arte presenti a Scanno: una Madonna con il Bambino, seduta sul trono e con un fondo che imita dei fiori in oro, che richiama l'arte senese del XV secolo, commissionata probabilmente da un certo De Ciollis intorno al 1418.
E si possono ancora ricordare nei dintorni la Chiesetta degli alpini, raggiungibile solamente tramite la seggiovia o attraverso un sentiero; e l’Eremo di Sant'Egidio che, situato sul colle omonimo, tra Scanno ed il lago, venne edificata nel XVII secolo in stile romanico rurale. Conserva al suo interno, sopra l'altare e all'interno dell'abside, un affresco di Sant'Egidio realizzato da maestri della scuola napoletana nel1796.
Lungo sarebbe parlar delle strutture civili e ai costumi conservati nel tempo che rimandiamo alle immagini, bene invece dare un cenno di storia.
Come risulta da una lapide romana conservata nel Museo della lana, Scanno risulta già abitata in epoca romana, all'estremità nord del territorio dei Sanniti.
Un antico insediamento presente nella Valle del Sagittario è il Pagus Betifulus, che è stato identificato con un centro minore dei Peligni la cui fortificazione doveva situarsi sulle pendici meridionali del colle di Sant'Egidio. Di questo centro si ha testimonianza viva nelle locali leggende popolari, infatti un mitico re di Battifolo in lotta contro l'Imperatore di Roma o contro il mago Pietro Baialardo compare in una storia sulla nascita del Lago di Scanno. Un'antica lapide inoltre ritrovata in località Acque Vive di Scanno ricorda un decurione di Betifulo.
Durante le invasioni barbariche Scanno rimane illesa per la struttura difensiva dei monti intorno al paese, ma durante le invasioni saracene prima ed ottomana poi invece non subì le stesse sorti.
In questo periodo Scanno ha delle influenze orientali per il vestito femminile del paese. Infatti il copricapo femminile sembra un turbante, mentre i drappeggi del vestito sono colorati alla maniera orientale.
Per terminare, un omaggio ai golosi: spediamo via etere, maccheroni alla chitarra con abbondante pecorino, trota al cartoccio, dolce pan dell’orso, il tutto cucinato con l’esperienza centenaria, e un bicchierone di Montepulciano d’Abruzzo per un cordialissimo cin-cin.